10 Gennaio 2013
Il gruppo di lettura si è cimentato su un libro intenso e importante: Le parole per dirlo di Marie Cardinal. Questa sincera autobiografia è anche testimonianza esemplare di un percorso analitico che porta l’autrice alla rinascita di sé. Le parole finali del libro ”è stata lei che è venuta a cercare quello che ha trovato” indicano poi quanto sia importante il proprio attivarsi verso l’interiorità personale.
Il linguaggio del libro è necessariamente crudo e diretto, “fa male”, ma ci sono squarci accattivanti che permettono ai nostri sensi di sperimentare colori e profumi di una terra sconosciuta e invitante.
Nella discussione del gruppo si sono alternate impressioni forti a bisogni di chiarimento. Subito si è sentita l’esigenza di manifestare “disgusto”per una madre anaffettiva, tanto aggressiva da toccare punte di crudeltà devastanti nella psiche di una bimba. Si è espresso inoltre sbigottimento per il modo e la motivazione, della confessione materna, l’aborto mancato: quella “carognata” che determinerà in Marie la scelta inconscia di restare feto, “non- nata”. Al contempo si è riusciti ad esprimere commiserazione per l’ormai insalvabile madre, guastata dalla precedente follia causatale da un’educazione repressiva cattolica e alto-borghese causa della “Cosa”. Pena per la persona, Sosò che crolla assieme al suo coloniale paternalismo – spina dorsale e affettiva di tutta la sua vita-.
Nel gruppo è emersa perplessità per come l’analisi avesse potuto risolvere, semplicemente con una piccola parola (tubo) ed un piccolo evento, fuoriuscito da un ricordo rimosso (cinepresa paterna), scalzare immediatamente un’allucinazione grave (l’occhio-tubo) arrivando ad un cambiamento comportamentale immediato. Qualcun altro nel gruppo ha spiegato, che nell’analisi freudiana le cose sono un po’ più complesse: poiché, se è vero che il rivivere emotivamente l’esperienza di un evento dimenticato nell’inconscio provoca cambiamento, questo non è immediato. Sono i piccoli lenti cambiamenti che rinforzandosi gli uni sugli altri. portano poi al vero cambiamento.
Si è parlato inoltre della sessualità che emerge nel libro: nella madre essa è repressa da un’esagerata religiosità e da un’atavica paura dell’uomo, e così verrà passata ed insegnata alla figlia. Marie si ribellerà mettendo in atto, pianificandola razionalmente, la perdita della propria verginità. Questa voluta modalità di comportamento, aggiunta a certe esagerazioni emozionali nell’infanzia di lei ci indicano che il malessere, ”la cosa” della madre si è infiltrata in lei da lungo tempo. Altro tema importantissimo per la discussione è stato: la potenza delle parole poiché esse “contengono materia vitale”, esse aprono porte chiuse. Sono magiche possono, infatti, esprimere armonia e imperfezione, come gli astucci argentati nel water stanno a dimostrare, armonia e imperfezione sono nella vita stessa, la vita vissuta. E per tale via Maria accetta e recupera sé stessa, liberandosi del male del corpo e dell’anima. Malattia causata dal suo non essere stata amata come voleva e per quel che era, dal desiderio di essere la proiezione di quella figlia voluta dalla madre, non riuscendoci mai e sentendosi perciò perennemente in colpa. Causata anche dalla rinuncia all’affetto paterno dato in dono alla madre, dal suo appiattirsi nello scoprire di non essere stata voluta fino a tentativo d’ucciderla prima di nascere.
Ma la malattia è anche il frutto della tremenda lotta tra quello che lei era e avrebbe potuto essere, della rabbia esternata violentemente nell’infanzia ma sconfitta dalla brutalità adulta e malata della madre, e perciò subito rimossa da Marie per il bisogno di sopravvivere ed essere amata. Conflitto inconscio, feroce e lei ne porta dolorosamente le stigmate . L’analisi lunga sette anni le farà scomparire il male fisico, le darà la libertà di accettare il suo corpo , ma appena scoprirà di essere nata -prima era stata solo modellata dalla madre- l’angoscia la tallonerà . Lei è piccola, ancora non c’è; ha bisogno del tempo di gestazione giusto per arrivare a riconoscersi, a recuperare le parti di sé e le forze velate dall’inconscio, necessarie alla sua ricostruzione.
Lei Marie possiede la forza, la rabbia utile ad accogliere anche le sue imperfezioni, ormai è libera di accettare se stessa. Userà le parole per scrivere .
Autore
Marie Cardinal nasce ad Algeri nel 1928 e muore in Francia nel 2001. Laureata in filosofia è stata giornalista e scrittrice di numerose opere di narrativa. Le parole per dirlo è stato scritto nel 1975.