Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro

02 Novembre 2017

Per il nostro incontro di lettura di novembre è stato scelto leggere il libro Non lasciarmi, del Premio Nobel Kazuo Ishiguro, un’opera sconvolgente eppure mirabilmente scritta con tono delicato e sommesso, che sottende l’origine nipponica dell’autore. Una tematica  forte, addobbata da  abiti distopici,  inquietante  perché non copre una realtà  ipocritamente velata  che già in  qualche modo ci accompagna. La struttura del libro segue linearmente tre tappe di una vita e se all’inizio confonde il lettore, ne tiene desta comunque l’attenzione   inserendo sapientemente parole che destano  interrogativi su un probabile tragico futuro. La vita di Kathy -io narrante-   ma anche di Ruth e Tommy. Tutti  personaggi condannati nella stessa storia  a un’ esile identità, ma così realisticamente presenti  nella commossa vicinanza dei lettori.

C’è un collegio nascosto nella campagna inglese, il “mitico” Hailsham- e lì che troviamo i nostri tre protagonisti ancora bambini: la riflessiva Kathy, l’intraprendente e un po’ leader Ruth, l’ingenuo e reattivo  emozionale Tommy. E’ il racconto della loro infanzia fatta di amicizie, dispetti e del forte legame che si creerà tra loro; ci sono poi tanti altri bambini,  ma nessuno ha  genitori, sono seguiti nel loro crescere da capaci tutori in un ambiente curato e il loro tempo passa tra giochi, studio, sport, e creazioni artistiche – i bambini tutti sono invogliati a farne. Un’infanzia che sembra normale solo che in forma  quasi “subliminale” è loro inoculato a piccole dosi fino all’assuefazione totale l’obiettivo speciale del loro vivere.

Kathy  e Ruth sono legate da confidenze, ma anche da  piccole conflittualità, poi, verso  gli 11 anni inizia il legame speciale tra Kathy e Tommy, lei lo comprende e per questo vuole  proteggerlo, lui è  un po’ diverso-  non è creativo e  facilmente si arrabbia alle  prese  in giro degli altri bambini. Nell’adolescenza invece è Ruth che fa “coppia sessuale”  con Tommy. Tutti gli “studenti” conoscono presto la sessualità vista come  sano esercizio senza conseguenze perché sterili. Ma il legame tra  i tre resta forte anche quando  a diciotto anni  lasciano il collegio per andare  a vivere in una specie di “comune per un periodo di due anni”- la stessa per tutti loro. Poi iniziano i cambiamenti e qualcosa si rompe, la prima ad andarsene è Kathy che vuole diventare “assistente”. E’ questa una delle due possibilità del loro futuro: diventare  assistenti il che comporta  qualche anno di vita durissima e solitaria, fatta  solamente di lavoro per divenire alla fine donatore e l’altra in cui lo si diventa subito. Sì, perché tutti   dovranno donare i loro organi, loro sono  dei  cloni creati   a questo scopo!Questa è una prassi istituzionalizzata. Nessuno mai si ribella, tutti accettano passivamente il proprio destino. E ’perché sono cloni che non lo fanno, oppure è bastato il plagio educativo?

Ora Kathy fa l’assistente da molto tempo ha trentadue anni e ci racconta come si sia riavvicinata a Ruth, accettando di essere la sua assistente. Ruth  alla seconda donazione è già molto grave, aveva rinunciato molto presto a fare l’assistente. Per lei assistere  i donatori fino alla chiusura del loro ciclo era troppo gravoso e poi quel  faticoso battersi per loro con medici e infermieri per un buon trattamento. Poveri cloni considerati alla stregua di robot  inquietano e fanno  paura, loro non muoiono chiudono semplicemente il loro ciclo. Prima di chiudere il suo, Ruth che si sente in colpa  e desidera fare ammenda  si è data il compito di riunire Kathy e Tommy che si sono “amati sin da bambini” e che lei aveva consapevolmente diviso Per questo fa promettere a Cathy di diventare l’Assistente di Tommy, e poi fornisce loro l’indirizzo di Madame perché tentino, loro che si amano veramente, di chiedere quel prolungamento di tre anni –che è diceria e speranza- da vivere liberamente. E loro lo faranno, Tommy disegnerà nuovamente  i suoi  piccoli originali animaletti da mettere finalmente nella fantomatica Galleria di Madame mostrando la sua anima così vedrà che ama veramente. Ma non si sono mai regalati tre anni per l’amore, e nell’incontro con Madame e Miss Emily Tommy verrà a sapere che tutte le creazioni servivano solo a reclamizzare la buona riuscita dell’etico progetto Hailsham ed avere quindi le sovvenzioni per portarlo avanti. Ormai però  Hailsham è stato chiuso, è tutto finito, non ci saranno  più dei cloni privilegiati “studenti” come  sono stati loro ma cloni allevati come gli altri in modo  deplorevole, poco compassionevole. Un solo gesto di ribellione, l’antico urlo infantile di Tommy e poi l’ accettazione. Lui  morirà dopo la quarta donazione ma non assistito da Kathy alla quale vuole lasciare solo un bel ricordo.  E Kathy è stanca e farà la donatrice, è stata una bravissima assistente,  in questo si è realizzata. Ora  desidera avere finalmente il suo  tempo per i ricordi e sono ricordi belli perché loro tre hanno vissuto,  diversamente da molti altri cloni,   a Hailsham tra la bellezza della natura e una loro creatività  espressione aiutati da una cultura che ha fatto  apprezzare pur se in modo lieve  le sfumature della vita   – come una lettrice leggendo nelle ultime righe del libro ci ha fatto percepire. Kathy era andata a Norfolk quindici giorni dopo la perdita di Tommy,  piccolo, mitico paese e luogo designato  a  raccogliere tutte  le cose perdute di un’infanzia felice. E lì che  “se avessi aspettato abbastanza una minuscola figura sarebbe apparsa all’orizzonte…era Tommy,  lui mi avrebbe fatto un cenno con la mano e forse mi avrebbe chiamata. La fantasia non andò mai al di là e di questa immagine non glielo permisi e sebbene le ….

C’è dolore in lei  ma non disperazione osserva una lettrice,  in questa mancanza di pathos, in questi sentimenti così pacati vede l’essenza  di quel loro essere cloni, capaci sì di rispondere a impulsi emotivi  ma privi di sentimenti forti, il che può spiegare anche la loro passiva accettazione come donatori- potevano muoversi liberamente al cottage, ma nessuno tenta la fuga.  Del resto  le coppie non conoscevano l’amore,  ne  imitavano solo i comportamenti appresi dalla TV. Un’altra lettrice invece suppone che l’accettazione passiva alle donazioni sia una forma di consolazione, che la  ricerca di quei modelli originari  “i possibili da cui è stato ricavato il DNA da cui sono nati” indichi un  pensiero di  continuità di vita  tramite i propri organi riconsegnati ai   modelli  d’origine. Ma in realtà non è detto che questo succeda e nella ricerca dei possibili che Ruth fa a Norfolk c’è solo il desiderio di vedere la conferma di un futuro che lei stessa nell’adolescenza avrebbe voluto vivere. Sì perché all’inizio dell’adolescenza  non   erano ancora  pienamente consapevoli del loro destino e Ruth sognava di fare l’impiegata, qualcuno  l’attore e Kathy di tenere un  bimbo tra le braccia  che “non la lasciasse”, ciò prima che la subdola  educazione li privasse  a  poco a poco  del futuro. Solo donatori d’organi  dalla vita  breve, e in   questa breve vita come  i nostri amici  si sono dati un senso? Qualcosa si può trovare nel tentativo di Ruth di risarcire Kathy e Tommy, in  Kathy nella soddisfazione di aver svolto al meglio e a lungo  il suo lavoro di assistente  e Tommy in quel continuo creare fino all’ultimo  -alla fine per se stesso- i suoi  piccoli laboriosissimi  ed emozionanti animaletti. Poche cose  in queste creature   nate senza futuro e senza radici, poi ritrovate  solo  nel breve sereno passato: la festività del Baratto da cui nascevano le uniche cose scelte e volute le loro ”collezioni”, e  le creazioni artistiche- specchi delle loro essere- , ciò ha dato  loro un’identità. Hailsham  è la loro  isola, il loro faro,il paradiso perduto  da cui attingere per trovare conforto.

Temi cruciali su cui dibattere: la clonazione e  il trapianto d’organi e poi domande  erano umani  quei cloni? Era giusto a Hailsham  averne velato il  destino? E’ un susseguirsi nel gruppo di un “è  tremendo non si può far questo!” ma siamo  tristemente consapevoli che tutto è possibile, in parte è già stato fatto anche se non permesso. Un grande libro “Non lasciarmi” metafora della nostra ipocrisia perché ancora oggi il diverso ovvero  il più debole è considerato meno uomo un diseguale da usare  per il nostro egoismo.

E come rispondere alla domanda se il clone è una creatura umana, ha “anima umana”. Qualcuno non ne è propriamente convinto,  sente i nostri protagonisti manchevoli proprio di quell’energia vitale che spinge oltre l’uomo, per altri invece  questa  c’è. L’hanno recepita sin dall’inizio in quei comportamenti tipicamente  infantili altalenanti tra dispetti e amicizia, nella  gelosia e nei sensi di colpa, di redenzione, nella capacità di assaporare la bellezza -la gita alla barca- , nell’interesse per le arti, le collezioni e le piccole creazioni  dell’anima per Madame. E ancora nell’amore “ti ho amato per tuta la vita”, nell’urlo  di Tommy scatenato dalla disillusione e nella sua delicatezza nel regalare  solo ricordi belli. Questi esseri salvano i ricordi, non possono altro dopo il lavaggio sottile e continuo del cervello che impedisce al futuro di far capolino permettendo in sua vece l’annidarsi della passività. Già se non c’è speranza l’energia si acquieta e questa mancanza di futuro li porta sottilmente alla rassegnazione. La stessa rassegnazione si  riscontra del resto  nelle caste indiane, nella sottomissione femminile in  culture maschiliste e anche nei pur “bellicosi ebrei” totalmente  passivi nella shoah. Inoltre la  crescita collettiva  li ha privati delle conoscenze  basilari – i modelli familiari affettivi e di coppia-  utili, per un relazionarsi affettivo corretto. Eppure loro  tre sono riusciti a creare una relazione  affettiva vera sebbene la sessualità  non sia percepita intrinsecamente  legata all’amore. Ma vogliamo  anche credere a Madame,  lei che ha raccolto le loro anime nella “galleria”, quando li congeda con  quel gommoso saluto “povere creature”, lei che li aveva sempre guardati  a distanza e con paura diversamente da  Miss Emily, che voleva concedere loro solo una vita più dignitosa. Madame  già allora aveva colto nel gesto di Kathy bambina, che culla tra le braccia un cuscino sulla melodia di Non lasciarmi la conferma   del loro “esser creature” e si era commossa    per quello che invece  sarebbe stato il suo   destino. Miss Emily invece non riesce a  credere  alla loro capacità di amare.

Ci siamo chiesti poi  anche noi se fosse stato positivo l’aver concesso loro un’infanzia  come  tutti i bimbi che vivono felicemente  il presente o se invece sarebbe stato meglio per loro sapere subito la verità come auspicava la tormentata Miss Lucy che non reggeva l’inganno della loro vita  e risparmiare loro la disillusione dei loro sogni irrealizzabili. All’unisono  si è risposto che  in quell’irreversibile situazione era è stato meglio  lasciarli vivere un’infanzia serena a Hailsham – banca dei ricordi -da cui  attingere  conforto nei momenti terminali della loro vita.

Allontaniamo la malinconia pur parlando ancora  di donazione di organi,  tra noi  abbiamo una donatrice vera e  non programmata. E’  una realtà ben diversa quella che ha vissuto, è stato un dono il suo,  nato da un atto di  libera volontà, da un grande gesto di amore generoso.

Autore

Kazuo Ishiguro , scrittore giapponese,  è nato a Nagasaki nel 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960, dove viene naturalizzato britannico.
Tutti i suoi romanzi sono tradotti in italia da Einaudi: Un pallido orizzonte di colline (1982), Un artista del mondo fluttuante (1986), Quel che resta del giorno (1989 e 2011), Gli inconsolabili (1995 e 2012), Quando eravamo orfani (2000), Non lasciarmi (2006),
Da Quel che resta del giorno (Booker Prize 1989) è stato tratto un celebre film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
Sua è anche la raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009 e 2010).
Nel 2015 esce Il gigante sepolto per Einaudi.

Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2017.


Genere: romanzo