4 Luglio 2013
Caino di Josè Saramago è l’opera discussa giovedì, un piccolo libro che “scotta”, dissacrante per un credente tradizionale, che incuriosisce per un credente “un po’ eretico” non completamente appagato dalle narrazioni fondanti, e per “altri” solo una visione personale su fatti estrapolati da un antico libro storico-sapienzale.
Nel testo una scrittura ironica si muove nel realismo magico di Saramago, lo stile è molto semplice e scorrevole, se il lettore ne accetta le regole: il continuo susseguirsi di parole senza pause, dialoghi senza virgolette, nomi propri, anche quello di Dio, scritti in minuscolo. Personaggio gigante, in questa irriverente allegoria, è Caino raccontato in una prospettiva storica diversa: da primo assassino della storia umana lo troviamo mutato in una creatura giudicante e accusatrice del suo creatore. La lettura per un credente risulta difficile ma, possibile se aperto, come ha fatto notare un partecipante, alle due modalità di lettura dei fatti biblici: quella alta del Magistero della Chiesa e quella bassa che viene dall’Uomo. La discussione nel gruppo ha intrapreso la via della fantasia razionale dell’autore.
Caino, eternamente condannato a peregrinare tra spazi e tempi, ha suscitato simpatia unanime; egli è così umano nelle sue contraddizioni, è libero di fare o non fare, non altrettanto lo è questo Dio inesorabile sin dai primordi dell’umanità. Eccessiva sembra la pena inflitta all’uomo, da questo Unico Dio, per una disobbedienza dei genitori di Caino, la parzialità con cui poi Dio accoglie l’amore, nettamente sbilanciato tra i due fratelli, sarà causa di una furia omicida deviata verso il povero e non protetto Abele. Ma è il peregrinare perpetuo il filo conduttore che permette a Caino di presenziare ai fatti rilevanti nel Vecchio Testamento portandolo per tal via al pieno convincimento di un’ umanità in balia di un Dio a volte inconsapevole e incongruente. Per tutto questo viene escogitata e portata a compimento la grande beffa. Si eliminano ad una ad una tutte le donne nell’Arca, perite le procreatrici la storia dell’umanità verrà chiusa dopo il Diluvio Universale.
Quale Dio incontriamo accompagnando Caino? Un Dio sprezzante e invidioso di uomini pacifici intenti a costruire una torre che avvicini l’uomo al Cielo sacro; Quello vendicativo nei confronti di adoratori d’ un altro dio (il Vitello d’oro); Colui che giudica inesorabilmente condannando, senza remissione di colpa, il male umano (il Diluvio); Chi sospetta anche di coloro che vivono pienamente la Sua fede (Abramo , Giacobbe), L’Intollerante omofobo degli abitanti di Sodoma, ma generoso solo verso il popolo guerriero di Israele scelto per un patto – la promessa terra e la gloria della sua potente Unicità. Questo Dio è talmente crudele con i vinti da questo popolo (Gerico) e uccide tanti bimbi innocenti. Quanta contraddizione abbiamo trovato e mai la misericordia verso il singolo uomo che invece modella e impregna tutto il Nuovo Testamento. Ma come qualcuno del gruppo ripete, “…la storia dell’uomo è la storia del suo fraintendimento con Dio…”.
Nel gruppo ha destato curiosità il conduttore delle due pecore a guinzaglio e il suo dire ”se non le sorveglio mangiano il guinzaglio e io morirò?” Cosa voleva dire? Chi era? Era quel Dio travestito? E allora la libertà uccide? C’è stato poi interesse anche per Lilith, la poco conosciuta prima donna biblica, forse depennata perché non sottomessa all’uomo. La lussuriosa, che concupisce con il corpo ma poi concepisce nella tenerezza, capace sia di sottomettersi e di comprendere ed accettare il proprio amato nella libertà di essere sé stesso. Tante le digressioni e complessi i temi toccati, anche se in modo leggero: dalla parola biblica nefes, corpo vivente-vita dell’uomo, alla greca neoplatonica psichè , respiro-anima, il bene e il male, il relativo e l’assoluto, la coscienza, la libertà, l’inconscio, il determinismo. Nonostante i temi siano stati appena accennati abbiamo riconfermato le parole di Norberto Bobbio , riprese più volte e fatte proprie dal compianto Cardinale Carlo Maria Martini: “La differenza più importante non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e non pensa ai grandi interrogativi dell’esistenza”.
Autore
Il portoghese Josè Saramago (1922 -20120) è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento. Premio Nobel per la letteratura nel 1998, tra le sue opere: Memoriale del convento, L’anno della morte di Ricardo Reis, Il viaggio dell’elefante , Il vangelo secondo Gesù. Caino è il suo ultimo libro e la sua personalissima riscrittura dell’Antico Testamento