Milioni di Farfalle di Eben Alexander

04 Gennaio 2018

Al club di lettura si comincia il   nuovo anno   con un  libro  molto particolare “Milioni di farfalle” scritto dal neurochirurgo Eben Alexander per testimoniare  – dopo una  meningite batterica da Escherichia coli  e un coma durato sette giorni –  un’ esperienza di pre-morte (NDE) -,  e come questa l’avesse traghettato  dal professato scetticismo razionalista alla certezza di Dio e della vita oltre la morte. Egli riferisce di aver fatto conoscenza del Paradiso. Argomento  ostico da trattare, negato in toto da chi  dentro il cervello considera che la coscienza sia solo un fatto  d’impulsi elettrici neuronali e ugualmente osteggiato da fedi religiose che non ammettono un sovrannaturale diverso da quello loro professato. Moltissimi, dunque, anche nel gruppo di lettura,  anche e per motivazioni diverse, quelli che a questo tema non accordano fiducia. C’è stato chi non si è sentito attratto dal testo, altri che  dopo l’iniziale curiosità se ne sono comunque allontanati  delusi da quanto l’autore andava scrivendo. Qualcuno invece ha trovato la lettura di questo testo  stimolante avendogli aperto la strada a ulteriori approfondimenti. La scrittura invece è apparsa piatta nei  troppi  aneddoti  riguardanti  l’edificante famiglia dell’autore e di contrasto difficoltosa per l’uso eccessivo di  una  terminologia molto specifica scientifica, medica  e di fisica moderna. Ma in realtà è stato il racconto di questa esperienza quello che non ha convinto i lettori, essendo stato percepito come qualcosa di non autentico, quel riferire  di un  Mondo dove sono state date risposte  a noi poi  però poco chiarite.  Invece le immagini del Verme oscuro in alcuni lettori hanno provocato ansia, la Via Maestra  con le sue nuvolette e farfalle ha fatto invece sorridere  e ciò che succede nell’Utero Cosmico…  illustri predecessori lo hanno riferito con ben altro pathos. Insomma  lui ha avuto risposte in quel Paradiso  e noi sentiamo riferire solo di Amore. Nulla di nuovo si aggiunge a esperienze che sono state già  provate anche senza l’aspetto involontario  della pre-morte. Tutte le religioni misteriche e le filosofie esoteriche   attraverso riti d’iniziazione portavano gli adepti a esperire  la visione della Divinità “in rapporto cosciente con le forze occulte dell’universo”. I mistici di tutto il mondo nelle loro estasi “uscir fuori da sé” – aiutati dai digiuni –  e gli stessi  sciamani   – aiutati da allucinogeni –   sperimentano “altre realtà e trasposizione di coscienza”  e possiamo  aggiungere che quei “viaggi nell’aldilà” sperimentati da tanti illustri e grandi personaggi  assieme a tante misconosciute persone che  sono accomunati tutti da alcuni elementi comuni e in modo speciale  la sensazione di pace e serenità, l’incontro con esseri luminosi in un altro spazio e tempo e ..amore totale. E tutto questo stupisce di là di qualsiasi certezza  scientifica o sovrannaturale. Ciò che  tenta di fare nostro  dottore  neurochirurgo è portare una prova scientifica dell’essere stato in Paradiso, nel riferirci la sua esperienza -secondo lui diversa poiché  pur avendo coscienza di esserci era manchevole della sua identità terrena – dice di aver sperimentato quel  fatto (essere in Paradiso) con  una coscienza vigile mentre con la sua malattia – ed ecco la differenza- nel suo cervello  era stata compromessa l’attività superiore, dove ha origine la  coscienza “fisica”.  E se i collegamenti elettrici “si erano completamente interrotti”  lui si trovava in un coma profondo. Fatto questo smentito dalla dottoressa che l’aveva preso in carico all’ospedale; la stessa, infatti, riferisce di un coma farmacologico indotto da farmaci ipnotici e quindi questa esperienza NDE potrebbe essersi verificata nello stato allucinatorio vicino al risveglio, dunque non con la corteccia cerebrale “completamente spenta” come asserisce il dottor Alexander. Per la scienza quindi la sua esperienza  in un al di là  che dice  con coscienza vigile a  neuroni spenti non è possibile, non è prova scientifica. Ma a rendere  meno credibile  il neurochirurgo Alexander  è  che sì e venuti a conoscenza di comportamenti scorretti  anche nell’esercizio della sua professione.

Ma a prescindere da prove scientifiche che certificano la fisicità  del nostro mondo,  non  si può negare  che  esistano alcuni  “processi anomali di trasferimenti di energia e informazioni” che non hanno ancora una spiegazione biologica o fisica certa . Sono  tuttora mistero, eppure sono le persone a sperimentarle, possiamo dunque aggiungere alle esperienze di NDE  anche la telepatia, la chiaroveggenza ecc? Se poi si volesse dar credito allo studio  condotto  da Pin Val Lommel  sulla coscienza  che  l’ha portato a concludere e dichiarare che questa non coincide “ né con le irrilevanti attività celebrali, né come epifenomeni delle stesse (quasi a dire  stati di coscienza totalmente separati dal corpo)” . Oppure credere all’opposto, ciò che  la ricerca scientifica abbia individuato come coscienza  è  un   neurone   gigante  che  avvolge il cervello in una rete connessa di circuiti  celebrali  un luogo fisico questo che però  non dimostra né questo né il sovrannaturale .Abbiamo solo esperienze  personali.. Tornando ora al testo dell’Alexander quello che mi ha destato interesse è stato il collegamento che egli fa tra coscienza e  fisica moderna, soprattutto la meccanica quantistica. Quest’ultima   ha rivoltato con  il “principio di non località” tutta la fisica  delle proprietà  reali e misurabili portandoci in un al di là  poco conosciuto  perché  “la non località causa un effetto fisico  su un corpo senza toccarlo”. E’ l’intreccio  quantistico  dove ciò  che accade a una particella elementare   accade anche all’altra gemella pur se  vengono allontanate tra loro. Inoltre   quando si  osservano i fenomeni subatomici – particelle ultra-piccole – è impossibile separare completamente l’osservatore  dall’oggetto  dell’osservazione. Ma noi viviamo quotidianamente  nella relatività spazio-temporale, dove vediamo gli oggetti  separati e indipendenti mentre nel super-piccolo  ogni oggetto dell’universo fisico è strettamente connesso con l’altro  così nella realtà  “non ci sono oggetti ma energia e relazioni”. L’ipotesi di Alexander ci invita  a “combinare  la legge della meccanica quantistica con quelle della relatività” – a tutt’oggi ancora  indimostrabile-  tenendo conto della coscienza;  l’intreccio tra coscienza e meccanica quantistica  che non separa lo sperimentatore dall’esperimento  secondo lui può spiegare  la realtà con la coscienza perché questa  “è  la base di tutto ciò che esiste”.  Pensiero in realtà fatto per analogia ma intrigante! Quello  che comunque sorprende in quest’uomo,  e non positivamente, è il suo non essergli bastato quell’esperienza  Paradisiaca,   ma l’ aver  cercato nuovamente , con innovative tecniche tecnologiche di  meditazione profonda  – la Hemi Sync -,   ulteriori immersioni  “in un regno simile a quello già visitato “. Comportamento questo che si diversifica da altre esperienze  che come lettori  del gruppo abbiamo già incontrato. Bastevoli queste  a rendere il resto della vita di chi le sperimentò armonica e fiduciosa. Forse per questo quel respiro autentico nel neurochirurgo Alexander  non ci ha raggiunto.

Autore

Eben Alexander  è un neurochirurgo americano, da più di quindici anni professore alla Harvard Medical School di Boston. Nel 2013 è pubblicato per i tipi Mondadori Milioni di farfalle. Il Paradiso esiste, ci sono stato, in cui descrive la sua esperienza pre-morte; e dell’anno successivo è La mappa del Paradiso, scritto con Ptolemy Tompkins sempre per Mondadori


Genere: Diario, romanzo