Lolita di Vladimir Nabokov

06 Agosto 2015

Un altro grande della letteratura, Vladimir Nabokov e la sua Lolita hanno intrigato il nostro gruppo di lettura in questo incontro d’Agosto. Uno scritto magistrale  e un argomento scabroso a comporre un libro steso non in lingua madre e  in cui  l’autore  riesce a trasfondere,  in una scrittura alta  vasta erudita, il suo essere europeo capace di coniugarsi  alla gergale quotidianità della provincia americana. E nella grandiosità dei suoi spazi il percepire ancor  il profumo di una “prima volta”. Ci regala così quadri acuti e descrizioni dettagliate, l’introspezione emotiva, l’ironia sottile e il sarcasmo intelligente  permettendo  alla lettura di scorrere oltre  il punto di vista morale   per  gustarne  l’ oggettivo ’aspetto estetico riuscendo incredibilmente  a  seguire   le ragioni dell’  ossessione “amorosa” del “non adulto” Humbert Humbert. Ma se il pensiero si ferma  ecco  una cupezza informe uscire dal  racconto e non c’è più redenzione  o giustificazione  per il pervertito omicida. E se pur è vero che nelle bimbe  preadolescenti possano esserci delle ninfette inconsciamente o consciamente  provocanti,  adulte esse non sono, e mai dovrebbero diventare oggetti manipolati da adulti per  appagarne la sessualità disturbata.

Nel gruppo  comunque s’è riso alla rilettura delle pagine  che mostravano   il comico- trio Valeria- Humbert  e Taxinovich , della  camicia  modello ”orfanotrofio” della prima notte di nozze a Valeria. S’è sorriso ricordando il tragicomico omicidio  di Humbert e per come l’insulsa direttrice della  scuola stravolga continuamente il nome di Humbert. Ma molto si è parlato nel gruppo di perversione, sessualità e pedofilia. Ci si è chiesti perché molto spesso e da sempre  l’uomo adulto sembra attratto dal corpo fanciullo che  sboccia e sebbene  l’autore (etnologo amante delle farfalle) lo indichi come il punto perfetto fascinoso della  naturale bellezza, noi non siamo riusciti a spiegarci la deriva  del  forzoso possesso sessuale. Come però non essere circuiti dalle   pagine amorose  dei giovanissimi Humbert e Annabel piene  di sensuale poesia – inizio per Humbert della sua perversione.  Egli  bloccato in quell’amore mai  dispiegato lo ritroverà  e rincarnerà  in Lolita.  Ossessione, tragica e  perversione    ma  nel testo non  parole oscene  né scene piccanti, a volte una ambigua eroticità come , quella conturbante  “estasi amorosa” che, con subdole e disgustose  manovre, Humbert si concede, salvaguardando l’innocenza di Lolita. Preservare l’innocenza di Lolita, usarne il corpo addormentato,  dunque i sonniferi che nel letto d’albergo “I cacciatori incantati” non la addormentano, e alfine sembra sia  lei,  la non vergine Lolita a sedurlo. Ragazzina sfacciata e spavalda  Lolita, ma è lui l’adulto che per due anni stupra o compra  quest’orfana sistematicamente tre volte il giorno, solitaria prigioniera di un amore malato, possessivo imposto e sempre  rifiutato. E Humbert impantanato in questa follia (magistralmente descritta fino a sentirla con lui) soffre e compiange se stesso, ma resta un pedofilo che si fa masturbare  guardando le bimbe fuori dalla scuola o in un banco scolastico guardando la  nuca d’una compagna.

Le nostre riflessioni non sono valutazioni etiche sul libro, ma nascono dall’attenzione ai personaggi alla loro attendibilità, insomma nel trasferirli un po’ nelle nostre realtà, ed esperienza. A volte nella vita reale non reggono perché sembra che la pedofilia non scaturisca da un trauma adolescenziale ma abbia una matrice più antica inserita nel periodo del preconscio di un bimbo e spesso finisce in omicidio. Anche qui c’è un omicidio   ma non di Lolita , s’è spostato al fantasma Tramp-Quilty  depravato e intelligente, rivale che  Lolita ha amato. E Humbert, assassino educato e raffinato non sente colpa non ha mai provato empatia ha sempre usato e manipolato chi li stava accanto.  Ma vogliamo  stare  al gioco dell’autore, fingere di credere a quella redenzione perché vedendo  la   Lolita-farfalla trasformata  nella deforme  Dolly-incinta, lui dice d’amarla sempre, “ora ama finalmente la sua essenza”, e anche  evocare  le splendide pagine del libro  in cui avviene il pentimento di Humbert,  l’attimo  in cui s’avvede  di  cosa è stata privata Lolita. Sono pennellate poetiche, una  descrizione perfetta di luoghi e sensazioni , Humbert   è  alla ricerca della  fuggitiva Lolita, si sente male, si ferma: strada di campagna,   pomeriggio tarda estate e ”una melodiosa combinazione di suoni  si levava ..suoni accumulati….e presto mi resi conto che quei suoni…erano soltanto la melodia dei bimbi che giocavano….zampillo di vivide risa….e allora capii che la cosa disperatamente straziante non era l’assenza di Lolita al mio fianco, ma l’assenza della sua voce da quel concerto di suoni.”

 

Autore

Vladimir Nabokov nasce  a  San Pietroburgo nel 1899 e muore in Svizzera nel 1977. È stato uno scrittore, saggista, critico letterario, etmologo, drammaturgo e poeta russo naturalizzato statunitense. Fu con i suoi romanzi in inglese che raggiunse la notorietà.  Lolita  fu riscritto in inglese e  pubblicato nel 1955.’  E’ considerato  come uno dei più perfetti scrittori moderni.

 

 


Genere: romanzo