La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo

01 Settembre 2016

Serata piacevolmente animata e proficua,  questa, in cui i lettori del gruppo si sono confrontati sull’amicizia “maschile” , invogliati dall’opera  “La simmetria dei desideri” del  giovane autore l’israeliano Eshkol Nevo. In quest’opera l’amicizia si mostra attraverso la storica relazione di quattro amici: Churchill, Amichai, Ofir e Yuval,  più  il fantomatico Shachar che, generoso e ironico,  presenzia in circostanze gravi. Insolita la composizione del libro: un narratore, Yuval, ed una voce di  supporto, Churchill, che  in un  movimento a fisarmonica , presenta , racconta, ricorda e riflette. La scrittura è colloquiale,  a volte frizzante, a volte  scorre monotona. Nel gruppo vi sono grandi estimatori che entrano in grande intimità con i personaggi, mentre altri avvertono  distanza, ascoltano un narrare. In tutti però la narrazione sortisce interesse e fa che si discuta del carattere e dei comportamenti dei personaggi del libro, tanto da formare correnti avverse sugli stessi. Il raccontare prende spunto da una proposta di Amichai, a Tel Aviv , durante un intervallo di calcio dei mondiali del ’98, fatta agli amici di quel gruppo formatosi dodici anni prima al liceo di Haifa. Egli suggerisce di scrivere ognuno tre desideri, rivelandone solo uno, poi  si conserveranno i biglietti assieme, per poi aprirli durante i prossimi mondiali di calcio, così da  vedere se in quei quattro anni fossero stati esauditi. Sì, i desideri si avverano, complici il caso e  loro amicizia,  ma ognuno di essi contribuirà a realizzare il desiderio di un altro, non il proprio. Sarà Yuval a rendere perfetta la simmetria, lui l’ha intravista e scrive il libro per renderla tale. Un libro che porta a compimento il desiderio “pubblicherò una raccolta di racconti” che era stato  di Ofir. Nel gruppo si è parlato subito di Churcill, prima ragazzo  ammirato,  fondatore del gruppo, l’ accentratore   apparentemente forte, che,  divenuto  procuratore ambizioso, è   così  vicino al raggiungimento del suo desiderio “voglio essere coinvolto in qualcosa che porterà a un cambiamento sociale”. Lo  mancherà  a  causa di quel don-giovannismo – pur rifiutato nel padre – che lo permea. Era stato un ragazzo generoso, strenuo  difensore dell’ingiustizia ma ora  l’ambizione sembra allontanarlo dal gruppo, non  è vicino ad Amichai nel progetto che questi realizzerà in memoria di Llara, amatissima moglie,  la  riuscitissima “Associazione  per i diritti umani nel sistema sanitario”, quello che poteva essere in realtà proprio di Churchill. Ma è  soprattutto per l’estrema slealtà di lui, – il tradimento verso Yuval, il suo migliore amico, al quale porta  via Yaara  l’unica donna che egli è capace di amare – che è biasimato e per alcuni irrimediabilmente condannato, la sua è una “carognata” imperdonabile! Gli stessi sono colpiti dalla disponibilità che Yuval  dimostra comunque verso Churchill, ospitandolo in casa e offrendogli in memoria il “caldo piumone”! Ma c’è chi  afferma che l’amicizia  – benché  rara –possiede la  capacità di  quest’oltre, quando c’è ha anche la capacità di preservarsi nei cambiamenti e nelle debolezze umane che ogni vita rivela. Si fa notare che proprio a Churchill, Yuval vuol far arrivare il testo che in vista della pubblicazione deve essere revisionato, e lui lo farà, tra loro v’è sempre stata un’intesa al di la delle parole espresse. Yuval  sa della debolezza dell’amico, di quel suo bisogno di specchiarsi negli altri per esserci. Per altri  lettori è  Ofir il più debole, egli si realizza nell’incontro  con la grande è accogliente Maria, ma non è del tutto così. Lui da sempre è conscio delle proprie fragilità, tant’è che ha lasciato  quel  creativo ma divorante   e  capzioso  lavoro  di grafico pubblicitario mettendosi poi in   viaggio, cercando  in  esso  la possibilità di  riconoscersi. In  Maria  trova l’amore di una famiglia e, nella bimba di questa, un affetto paterno da donare, quello da lui cercato e rincorso  in  quel padre abbandonico che  l’aveva solo  generato. Ma è nella scoperta della potenzialità curativa delle sue mani  che si realizza appieno,  aprendo poi la clinica di medicina alternativa e realizzando per tal via il vecchio sogno di   Amicai. Amicai che realizzando il desiderio che era proprio  di Churchill è divenuto uomo di grande  notorietà ma il cui  comportamento rimane immutato: amore e cura dei suoi bambini perché sin dall’inizio lui e Lara avevano scelto la responsabilità, la pazienza e la determinazione necessaria per creare  una famiglia amorosa. Yuval è l’autore del libro –desiderio  di Ofir-   scritto per  permettere quella simmetria che li realizzerà tutti e quattro; per lui è stato il mezzo   terapeutico  per vivere poiché il suo sogno –   sposare Yaara- lo ha realizzato Churcill. Yuval, il più problematico dei quattro, è un giovane silenzioso, riflessivo, accomodante e attento agli altri che soffre un’apatia che solo l’amore per Yaara riesce a vivificare. Ci si sente vicini a lui perché, pur  nelle bugie della narrazione riscontrate da  Churcill,  v’è autenticità nel suo sforzo di raccontare e raccontarsi. Cogliamo la sua solitudine, la  difficoltà di vivere, il  suo star male senza volerlo far vedere a nessuno, e poi  la vera  disponibilità verso gli amici e il bel  desiderio di armonia. Tra i lettori qualcuno  prova amaro disappunto per il definitivo distacco dalla pur  ritrovata Yaara. Quella che ora  -in gonna blu – dice d’amarlo, lui  ora  lo sa, l’ha sentito nell’amorosa  unione dei   corpi, sa anche -si conoscono così bene- che deve finire. L’adora, le darebbe troppo amore per esserne poi  rassicurato, ma Yaara non sarebbe  capace di sopportarlo, lei ha bisogno di uomini che  la facciano soffrire  un poco, ecco perché Churcill va bene.

E proprio lei  a molti non è piaciuta, non le è riconosciuto il fascino, poi  abbandona così improvvisamente Yuval! anche se era solo da due  mesi che si frequentavano; inoltre non s’ è ben compreso questo bisogno masochistico di soffrire nella relazione d’amore, forse è satura della permanente adorazione che il ramo maschile della sua originaria famiglia le dimostra?

Ofir  invece…, un sorriso affettuoso lo segue in quel suo andare già adulto  – con l’aeromodellino –  a cercare ancora riconoscimento dal padre; e uno  mesto   per Amichai  – che divenne bimbo  giocoso per sollevare la giovane madre dalla vedovanza – infelice perché questo “ruolo giocoso” ha fatto  credere a Llara  di non poter condividere con lui quel lato oscuro che possiede, volgendosi e facendone partecipe la norvegese Maria,  la quale ha patito le lunghe e depressive notti del suo paese. Llana,  la bella persona , misconosciuta  nel gruppo – non certo da Amichai che l’ha  sempre riconosciuta “speciale”. Poco  espansiva, che dimostra amore per vie traverse – nelle fotografie mette sempre in risalto il lato migliore e autentico di Amichai-, riservata ma dall’attenzione  generosa , coraggiosa  come sta a dimostrare l’omaggio riconoscente  resole dall’arabo alla sua morte.

E  Yuval che si sente sempre colpevole per l’ episodio sgradevole  e violento  a cui ha partecipato durante il servizio militare  nella casa di una famiglia araba – e lo   scopo  era  vedere una partita di calcio in TV! Egli è’ stato un bambino che non ha potuto dimostrare le sue emozioni, educato da  genitori  anglosassoni che  non dispensavano  calore affettivo, arriverà con il tempo a nascondersi dietro  indifferenza e apatia. Eppure, che bambino sensibile e bisognoso d’affetto era stato! Ricordiamo l’episodio della pioggia: andava senza ombrello a prendere la pioggia con la speranza che si ripetesse la bella sensazione di calore e affetto provata con le calde frizioni che suo padre, in un’analoga circostanza, gli  aveva prodigato. O, quando accompagnava settimanalmente  il padre al mare restando a guardare le sue  solitarie nuotate, preoccupato a scrutare  -tra amore odio – il puntolino  lontano della  testa.

Abbiamo detto  che quest’opera vuole essere la storia  di un’amicizia di gruppo, i protagonisti sono amici da dodici anni Un’amicizia che nasce tra  partite di calcio,  scherzi, sortite serali, viaggi e poi gli inevitabili  cambiamenti  esterni e interni   ma che  continua  tra opportunità  e tragedie che  il tempo a ognuno consegna: lavoro, famiglia, figli, amori e lutti. Tra solidarietà e sleali   debolezze umane questi amici  restano  uniti. Perché resta  durevole quest’ amicizia? Questa disponibilità che fa dire loro che il loro gruppo “è come un’oasi nel deserto”  e malgrado tutto è vero, è un’oasi  dentro alla quale alberga ludicità e protezione, è territorio sicuro  e familiare. Fuori un paese irriducibilmente tragico e insicuro, tra loro quest’ amicizia  che nel tempo  ha  compensato incertezze e carenze affettive, è un porto sicuro che li ha aiutati e aiuta a essere uomini.

Autore

Eshkol Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971. Ha vissuto tra Israele e gli Stati Uniti, ma ha completato gli studi a Tel Aviv. Ha iniziato a lavorare come pubblicitario, carriera poi abbandonata per dedicarsi alla scrittura e all’insegnamento della scrittura creativa. Nel 2005 ha vinto il Book Publisher’s Association’s Golden Book Prize.
Tra le sue opere: La simmetria dei desideri (Neri Pozza, 2010), Neuland (Neri Pozza, 2012), Nostalgia (Neri Pozza, 2014), Soli e perduti (Neri Pozza, 2015), Tre piani (Neri Pozza, 2017).

 

 


Genere: romanzo