La porta di Magda Szabò

4 Ottobre 2012. 

Il libro La Porta, capolavoro della scrittrice ungherese Magda Szabò, suscita nel gruppo perplessità ed emozioni contrastanti. Il testo è subito riconosciuto come opera di valore dallo stile fluido, semplice ed elegante, con due livelli narrativi uno biografico e l’altro romanzesco. Si riconosce a questo scritto una funzione catartica, in esso vi è descritta con cura la  piccola quotidianità ed il  senso di colpa dell’autrice verso Emerenc, la sua domestica-governante. Donna questa che buca le righe del libro. Tra i lettori la sua rigidità provoca qualche insofferenza e il suo comportamento, chiarito sempre a  posteriori, infastidisce, come viene trovata eccessiva la solerte freddezza nell’aiutare Polet a morire. Altrettanto  esagerato viene visto il suo estremo sacrificio per salvaguardare i gatti. E c’è chi  trova le ultime cinquanta pagine dell’opera, colmi di una esagerata colpevolezza  in/di Magda per un comportamento (l’apertura della porta) realistico e necessario. Punto nodale, molto dibattuto dai partecipanti, è stato questo primo “tradimento” della scrittrice , ci siamo chiesti cosa fosse giusto fare in situazioni contingenti estreme: esaudire il volere di chi si ama, contravvenendo e andando oltre al  nostro modo di amare, o a comportamenti  ritenuti dai più corretti? Sappiamo solo che Emerenc l’ha sempre fatto, essendo lei libera, determinata e generosa.  Ma lei è proprio solo così? Un componente del gruppo suggerisce di avvicinarci lentamente ad Emerenc, solo così riusciremo a intravvedere le maglie di una corazza a strenua difesa della sua fragilità,  ripetutamente offesa e tradita. Questo’oggetto, così personale e necessario, è stato costruito con i soli materiali che la nostra protagonista possiede: la “scopa” che concretizza le sue azioni e la sua dignità che cresce donando generosità ai perdenti nella vita. Generosità profonda che nessuna sventura è riuscita a sradicare ma non per sé,  per lei, Emerenc,  vige il distacco dai sentimenti,  poiché vissuti come fonte di pericolo per sé e per chi si ama. Ma Emerenc è una contraddizione in essere perché alla fine apre al suo amore per Magda, schiude la “sua porta ” alla fiducia; ha fede ancora di poter essere ricambiata e  quando,  con la  tremenda intrusione nella sua intimità, è nuovamente tradita  riesce a sopravvivere perché ha ancora fiducia in lei.  Cede  definitivamente davanti alla viltà di Magda che la lascia sola e non la sostiene nell’orrendo momento in cui viene a conoscenza  della perdita di tutti i suoi ricordi ed affetti. In quel momento la corazza come i suoi mobili, si sbriciola  perché l’intransigente Emerenc, resa così dai  tremendi colpi che la vita gli aveva regalato, sì e privata del permesso di volersi bene impedendosi in tal modo di capire e sentire  che la sua dignità, fatta di generosità, dirittura morale,  in cui lei si è costruita,  non era una corazza ma era lei stessa. La piccola comunità che girava attorno a lei lo sapeva, lo attesta e lo dimostra nella partecipazione  compatta e commossa di tutti al suo funerale.

Autore

Magda Szabò, ungherese nasce nel 1917  e muore  nel 2007, anno in cui il suo libro Via Katalin vince il Premio Europeo. E’ stata autrice di numerosi romanzi, drammi, raccolte di poesie. La porta è considerato il suo capolavoro.

 


Genere: romanzo