Emma di Jane Austen

06 Marzo 2014

Con Emma, il testo dibattuto   giovedì 6 marzo, abbiamo incontrato la splendida scrittura di  Jane Austen e siamo entrati  in un piccolo mondo “antico”,  di “buone creanze”, costellato di  convenevoli, di  ipocriti valori , abbiamo ascoltato il   chiacchiericcio  di quella cerchia sociale e seguito il nascere di un discreto numero di sposalizi. Il matrimonio, fulcro del mondo femminile di quell’epoca (siamo agli inizi del 1800), ci viene raccontato infatti assieme al quotidiano vivere di un certo ceto sociale, che si considera preminente,  per la prima volta dalla  mano femminile della Austen. Il tutto è descritto  con penna leggera,  elegante ma pungente, intrisa  di un inchiostro che  svela ed  evidenzia seppur con umorismo   la  vacuità di quel mondo; i dialoghi  scorrono fitti, veloci permettendo il fuoriuscire delle peculiarità dei personaggi a tratti con vero spasso per i lettori – quel Mr. Woodhouse impegnato ad elargire a tutti i commensali del suo desco la tanto elogiata pappa d’avena o  le espressioni affettate e logorroiche  della troppo buona  Miss Bates.

Emma è una “ragazzina” briosa, brillante e fantasiosa;  è saccente e quindi  accattivante solo per alcuni di noi, per  altri componenti del gruppo la lettura di   quel particolare mondo piatto e noioso ha invece sortito quasi  un effetto  soporifero.  Altri ancora, gustando l’ironica scrittura,  si sono  veramente divertiti. Cosa in Emma non piace: la sua presunzione, l’esser sicura che i suoi   pensieri siano il frutto di una coerente intelligenza , quand’essi  invece  nascono cullati da fantasticherie ed  inesperienza; lei però ne dà corso con atti manipolativi ed irresponsabili.  Basta vedere come si comporta con l’umile Harriett, allontanandola in modo subdolo dall’inadeguato Martin e spingendola  verso il più appropriato Mr. Elton; convinta che l’amica sia certamente figlia di un nobil uomo si assume il  divertente ruolo  di introdurla “nella buona società” assumendosi l’onere di formarne le opinioni e le  appropriate  maniere. E se taluni hanno riconosciuto, nello scorrere della storia,  un  positivo cambiamento in Emma, una presa di coscienza delle proprie responsabilità ed il sincero   desiderio di rammendarsi,  la  penitenziale visita  a Miss Bates sembra dimostrarlo,  altri invece hanno ravvisato nel suo  non chiedere mai  scusa esplicitamente un tratto di altezzosa insincerità; qualcuno ha obbiettato che l’ educazione ricevuta ed il ceto a cui appartiene non le permettano un comportamento diverso.  Abbiamo visto un mondo  improntato  al decoro ma poche sono le virtù che albergano nei personaggi che lo abitano: i buoni sono leggiadramente sciocchi oppure talmente ottusi  da non rendersi conto d’essere anche enormemente egoisti,  vi troviamo  meschine piccole  rivendicazioni,  ridicole e cafone vanità, unite a  prepotenza rivestita  da generosità,  leziosità a rivestire un amore filiale cominciato per coprire altri scopi. Spicca solitario  in quella piccola comunità,  Cavaliere anche se non di  eroiche imprese, Mr.Knightley, è a lui  infatti  che Jane Asten fa dire “l’utilizzo della verità e della sincerità in tutte le nostre azioni”. Egli  ha uno sguardo acuto, un’intelligenza riflessiva ed   altruista, non ostenta mai la sua generosità,  è  aperto e innovativo (lui si trasferirà nella  casa  paterna di Emma). Egli  è dunque  il portatore di una eticità da seguire. Emma se ne  scopre innamorata  quando crede che egli sia interessato  ad Harriet.  Lei ora lo sposerebbe  sebbene refrattaria al matrimonio, lei mai sarebbe stata una zitella “povera” da commiserare ma  sempre  e comunque  una signora  libera di godere   la serena e felice  vita  fino ad allora  vissuta.  Oppure si  accontenterebbe di continuare a godere  delle sue frequente visite e della sua  affettuosa presenza pur che lui  non  sposasse  nessun’altra. Sebbene, quando lui le dichiara il suo amore, lei posticipi il matrimonio sino alla morte del padre, perché il grande amore filiale glielo impone. Fortunatamente Mr.Knightley  volge tutto al lieto fine. Qualcuno allora ha chiesto, ma è veramente innamorata? E’ amore questo o convenienza? Dove stanno il trasporto amoroso e la sensualità? Qui  non sono contemplati, troviamo solo un   sentimento che coniuga emozione e   ragione ,  che è auspicio e base  non di una passione amorosa ma di un matrimonio affettuoso e sereno.

Autore

Scrittrice inglese Jane Austen nasce  nel 1775 e muore nel 1817. Durante i quarantadue anni della sua breve esistenza soggiornò quasi sempre in campagna Il. suo primo  libro ad apparire fu Ragione e sentimento nel 1811, il celebre Orgoglio e Pregiudizio uscì nel 1813. Nel 1814 lo seguì Manfield Park, Emma fu pubblicato nel 1816, un anno prima che la Austen  si estinguesse di mal sottile.


Genere: romanzo