Dora Bruder di Patrick Modiano

04 Dicembre 2014

La curiosità per Patrick Modiano,  scrittore a noi poco noto ma vincitore del Nobel 2014,  ha indirizzato il nostro gruppo alla lettura di un suo testo, Dora Bruder, sebbene sia un’opera che è difficile definire propriamente un romanzo. Il libro si presenta come uno scritto breve e originale, dallo stile asciutto e preciso,  privo di retorica, sebbene tratti di un’ umanità immensamente dolente e come l’autore scrive “quasi anonima” posta alla nostra attenzione  per non dimenticarla. Un vecchissimo annuncio  su Paris Soir per cercare Dora e Modiano si mette sulle tracce di questa ragazzina  quindicenne ribelle ed ebrea, fuggita nell’inverno 1941 dall’Istituto religioso che la ospitava, per ritrovarne la vita. Qualcuno fa notare che  l’autore in questa sua missione spesso divaghi e venga a  parlare  troppo di  sé. In questo modo forse l’autore riesce a far passare un filo tra  diversi passati, tra  spazi di  Parigi diverse; egli può legare  tra loro coincidenze come  i collegi,  le fughe, i luoghi e le persone, intersecando la sua storia personale e la  Storia – quella sofferta occupazione nazista di Parigi – onorando in questo modo vite ormai sbiadite e ricomponendo parti della propria.

Il libro comunque nel complesso è risultato gradito grazie al tema forte dell’inumanità dell’uomo sull’uomo, ma noiose ed ostiche  sono state per molti  le varie elencazioni, lo stradario parigino che ai più di noi non poteva evocare nostalgici ricordi né spiacevoli raffronti. Così tra documenti, fantasia e quella   domanda “Mi chiedo se…” un po’ della vita di Dora riappare, creando nel lettore la curiosità sulla sua vicenda e  c’è chi corre veloce sul  libro per sapere di lei, di cosa abbia fatto nei suoi quattro mesi di fuga.  Nel dibattito  si sono riaffacciate per noi oggi “destinatari e custodi” le lettere di persone inascoltate  inviate al Prefetto di Polizia, all’interno delle quali troviamo mescolate paura e speranza per i propri cari fermati. Ammirazione si è avuta  per la coraggiosa solidarietà  di quelle donne deportate,  quelle “amiche degli ebrei” ,  che hanno  indossato in modo irriverente e scherzoso anche loro la “stella gialla” – quella stessa stella, che per ambigue vie,  il padre ebreo  dell’autore invece  non ha mai portato. E a costui è andata  la nostra indignazione per  quella sua  paternità indifferente, traumatizzante e cattiva  che emerge dal racconto di un Modiano  adolescente quando viene accompagnato al commissariato di quartiere  col “cellulare”da un padre muto  e falsamente accusatorio. Rimaniamo sorpresi anche per la mancata reazione del figlio, forse la causa sta nella forte e falsa autorità dell’epoca? Chissà! Lui riesce   comunque  a giustificare  il padre anche  per un  comportamento  “ladresco”  perché in tempo d’occupazione per un ebreo non resta molto altro da fare per  sopravvivere. Di piacevole lettura  è stato invece rievocare dai Miserabili la fuga  di Cosetta e Jean Valjean in una  notturna e lontana Parigi e che stranamente sembra descrivere il giardino   dello  stesso sacro  edificio  in cui Dora era ospitata..-Sono stati letti  anche  due bei  brani del testo uno dei quali  riguardava un cinema e un film del 1941  “Primo appuntamento”, -che l’autore   ipotizza abbia ispirato  la fuga di Dora-, e che sembra magicamente conservare ed  emanare  ancor oggi   ciò che gli sguardi di quegli antichi spettatori hanno percepito in quell’angolino   tranquillo: una sosta e  la pace. L’altro brano riguarda la passeggiata  dell’autore nei luoghi delle rimembranze fino al muro che nasconde la Tourelles.-il triste edificio che fu  luogo di transito e dolore  per tanti deportati-   e leggere quell’ipocrita cartello “Zona militare divieto di filmare  e fotografare”  che vuol  nascondere  e dimenticare gli antichi orrori, le sofferenze  di cui è pregno, ma che levano queste parole all’autore “….nessuno ricorda più niente”  mentre  lui sente sente ….ancora! Ed ecco che da un bisogno nel grigiore tutto rivive  facendocene partecipi: la  lunga, attenta e laboriosa   ricerca  di persone e documenti; quel venire a sapere di  Dora    ribelle e indipendente; le  fotografie  di famiglia, l’intricarsi di strade, edifici e nomi scomparsi o trasformati; i suoi  tanti “mi chiedo se”; le ricerche meteorologiche e di bombe cadute, il volere e sentire empatia e le coincidenze  che lo portano vicino Dora accompagnandola sino ad Auschwitz.  E alla fine grato a  quel tempo sconosciuto, segreto  e solo di Dora  che noi oggi  vorremmo fosse stato per lei  rivestito  di calore e di vita.

 

Autore

Patrick Modiano è nato nei pressi di Parigi nel 1945, figlio di un ebreo francese d’origine italiana. Scrittore, documentarista, paroliere e sceneggiatore. Vince il premio Goncourt nel 1978 con che esse non si dovrebbero mai incanalare forzatamente in comportamenti di generi diversi.

Quest’anno è stato insignito del premio Nobel per la Letteratura .

 

 


Genere: romanzo