Pantaleon  e le visitatrici di Mario Vargas Llosa

04 Febbraio 2016  

Un testo divertente e spassoso è stato proposto  dai lettori per l’incontro di giovedì 4 febbraio: “Pantaleòn e le visitatrici“.  Una trama insolita prende spunto da fatti reali e la penna dell’ autore geniale  Mario Vargas Llosa da vita ad un personaggio paradossale, encomiabile soldato e grandioso prosseneta. La  lettura è godibilissima a fronte di un’iniziale attenzione per l’originale scrittura dell’autore. Egli interseca e sormonta tra loro dialoghi di più personaggi, in più spazi e tempi inserendovi  all’interno didascalie  teatrali e cinematografiche che  permettono la visione  da una giusta distanza dell’ ambiente. Troviamo inoltre più registri stilistici: in quei  perfetti rapporti e relazioni militaresche dai  grotteschi contenuti; nei “pettegolifonici” servizi radio-giornalistici di Sinchi, il giornalista, negli  scritti epistolari femminilmente divertenti di Pochita, la mogliettina. Non  manca però l’autore, in  questo mondo  farsesco, d’indicare temi su cui poter riflettere. Nell’opera troviamo un inumano fanatismo religioso – quelle  croci per animali e persone- vissute  come simboli protettivi, i santini dei crocifissi e il pane-bambino mangiato, modi idolatri e pagani  di quella popolazione ingenua e superstiziosa.; una grande e cattiva ipocrisia nelle Istituzioni –fanno e poi nascondono le mani e addebitano colpe a chi è stato preventivamente scelto come agnello sacrificale. Troviamo poi  una Chiesa  moralista a priori accompagnata dai soliti benpensanti, accusatori sempre, ma dallo sguardo voltato che non risolve i problemi; la forza e l’abilità di pilotare l’informazione nei corrotti media-voltagabbana, e infine si è notato come sia importante per l’Esercito che nei Quadri ci siano esecutori, adulti in realtà non ancora completi, bisognosi come dice  Pantaleòn Pantoja di avere un capo-padre “se non avessi chi me lo dice non saprei cosa fare al mondo, mi crollerebbe addosso”.  Abbiamo  riscontrato poi una sessualità  amazzonica rigogliosa ma poveramente organicistica,  riconosciuta ed esigita da tutti, ma  come sempre  diversamente giudicata nei generi.

In Perù negli anni ‘50 del secolo scorso è gestito nell’esercito   un servizio occulto   di prostituzione., derivato dalla necessità di arginare il proliferare di stupri   che le truppe, stanziate presso la frontiera amazzonica, praticavano  su ogni  tipo di essere femminile respirante. Questa è la situazione da cui  l’autore trova ispirazione per    creare  e modellare l’immaginario capitano Pantoja,  il farsesco e  solerte  ufficiale in incognito, l’organizzatore efficace   del “più efficiente Servizio  delle forze Armate”,  quello delle Visitatrici. Costui è  stato scelto e individuato, lui tra molti,  perché possiede il perfetto “physique du rôle”, integerrimo e ligio soldato, tutto esercito  e famiglia, eccellentissimo  amministratore quanto facile e obbediente capro espiatorio. È spedito, custode di segreti,  in abiti civili e famiglia a seguito, nella calda e umida terra di Iquitos.  Qui,  tra ruffiani, mezzane e prostitute, mette in piedi quel centro organizzativo, il campo base,  che la gente  chiamerà  poi miticamente Pantilandia e si  trasforma nel più invidiato  Gran ruffiano del Perù. Tutto questo invece lui o lo fa, lo vive,  lo  esegue come fosse un dovere: il dovere di sacrificarsi alla sua Patria; ecco allora i postriboli, le ricerche statistiche sulla sessualità, i siti logistici approntati alle prestazioni, la rete di trasporto e  reclutamento di prostitute diventate  funzionari civili dell’esercito non come  “trafficanti di sesso”. Ora le trasformate Visitatrici vanno in missione :  protette, accudite e regolarmente pagate. Esse si riconosceranno orgogliose in questo ruolo  a tal punto da creare un inno ridicolo ma adatto al loro Corpo di spedizione. Ed è un continuo susseguirsi di situazioni bizzarre, rapporti amministrativi ridicoli , sperimentazioni sessuali in prima persona, prove di droghe afrodisiache, ispezioni personali  per verificare le le capacità attrattive delle aspiranti Visitatrici, materiale pornografico per accelerare i tempi della semplice prestazione standard, cronometro in  mano sulla soglia di un ambiente reso sensuale da ”luci rosse e fiori di carta” a costatare il tempo  medio stabilito a prestazione, il tutto per rendere al massimo dell’efficienza la ”potenza operativa” messa in atto..  Ed è  un successo travolgente, di grande popolarità, il servizio delle Visitatrici è richiesto da tutto l’esercito ed invidiato anche dai civili che non possono goderne. Il Servizio si amplia e per Pantaleòn, che  “ ha un senso del dovere malsano ,…è come una malattia” ne è contagiato perché quando ha un incarico questo gli si incarna nel corpo e ora, con sorpresa e piacere di Poquita, il suo appetito sessuale cambia e aumenta, inoltre diventa amante di Brasiliana, la più bella delle Visitatrici  e ne è persino geloso da “infrangere le sue norme”: non le concede  il diritto alle venti prestazioni ordinarie ma gliele  riduce a dieci, risarcendola  ugualmente con una percentuale retributiva  superiore a quella delle altre prostitute. Le voci sul Servizio e su di lui circolano ovunque, se ne parla alla radio in negativo e in positivo e gli alti gradi dell’ Esercito si preoccupano  perché  questo Servizio Visitatrici   è diventato un “meccanismo infernale“, ne si chiede continuamente l’ampliamento sembra diventato la sola preoccupazione  di tutte l’Arme , tutti desiderano poterne  usufruirne, ”tutti richiedono il Servizio che prosciuga i fondi dell’intendenza e le energie dei soldati”. Così tra maldicenze, invidie e ricatti, rivelazioni che fanno scappare moglie e figlia di Pantaleòn  s’arriva al fatto clamoroso, quello che porterà al dissolvimento dell’ormai avviatissimo Servizio. Muore in circostanze tragiche, nell’adempimento del servizio, la Brasiliana e lui al funerale in alta uniforme   le rende onori militari attorniato dal Servizio visitatrici in gramaglie  pronunciando  un’ elogio funebre  in cui la  puttana Brasiliana  si dice caduta “come  un valoroso soldato  della Patria”. Si palesa così per tutti  la  connivenza di Esercito e Pantilandia, immediatamente lo  Stato Maggiore disconosce tutto l’ operato del capitano Pantoja e ogni  altro addebito, ne vuole le dimissioni poiché ha messo alla berlina l’Esercito per una distrazione passionale. Ma Pantaleòn  quel che ha fatto l’ha fatto per dovere “l’avrebbe fatto per chiunque” inoltre lo reputava utile poiché temeva che  le altre visitatrici  impaurite lasciassero il Servizio.  Ad ogni modo lui le dimissioni non le da, è ingiustamente  penalizzato e le rifiuta, che strano uomo Panta! Efficiente, serio  e capace  sì d’ iniziative ma finalizzate a scopi  scelti e voluti sempre da altri, lui  esegue , obbedisce!  Anche  in casa è un bimbo perennemente seguito,  accudito da mamma Leonor, vezzeggiato  e scherzosamente preso in giro dalla mogliettina Pochita . Ora, carriera rovinata,   spedito in una disagevole terra lontana arriva quasi il lieto fine perché nuovamente tutto si ricompone e torna a posto, la pace con Pochita , la famiglia riunita  e lui che si rimette  alacremente al servizio della Patria.

 Nel gruppo commenti e i sorrisi nel riandare ad aneddoti spassosi, ma anche il notare i tanti  epiteti,  sempre offensivi, con cui le lavoratrici  del sesso erano menzionate mentre per la   controparte, il compratore maschile  si parlava   solo di un’esigenza virile,  da doversi necessariamente  appagare. S’è chiacchierato  poi di prostituzione, riferendoci anche a quella che attualmente viene praticata nel nostro paese. Riconoscendo tutti come sia sempre degradante e disdicevole per  ogni essere umano il vendere  parti del proprio:corpo, cervello o cuore compresi e, benché non ci sia del tutto  chiaro lo stato di necessità fisiologica maschile   la cui soddisfazione  richieda questo  specifico “lavoro” esso  ha pur continuato   ininterrottamente sino a oggi, ora poi in un totale  degrado illegale e  criminale. Per questo  motivo   il gruppo di lettura  manifestava  a maggioranza  essere favorevole ad un servizio istituzionalizzato  per la prostituzione   le pur giuste ed etiche motivazioni che la legge Merlin tutela non hanno mai retto e non sono state sufficienti a cambiare  la contingente e desolante realtà dei fatti.

 

Autore

Mario Vargas Llosa è nato  in Perù nel 1936. Nel 2010 gli è stato assegnato il premio Nobel. Alcune sue opere: La zia Giulia e lo scribacchino, I quaderni di Don Rigoberto, Conversazione nella “Catedral”

 


Genere: romanzo