Giovedì 1 marzo 2012
La donna abitata di Gioconda Belli, romanzo sulla rivoluzione sandinista fortemente intriso di femminismo, è il testo discusso giovedì 1 marzo. Il Gruppo, affiatato, ne apprezza la scorrevolezza, la chiarezza del linguaggio, l’ uso delle due voci narranti capaci di arricchire la trama portando rilievo e forza ai personaggi del libro. La voce coraggiosa, saggia di Itza, voce poetica dai splendidi dettagli, suscita in noi empatia. Diversamente il ritratto di Lavinia che inizialmente affiora dalla voce osservante risulta ai più poco accattivante. Veniamo a conoscere una ragazza dai modi “inconsapevolmente” arroganti – figlia di una privilegiata classe sociale – ribelle a quell’ identità borghese che vede la realizzazione della donna solo nel matrimonio, mentre Lei ricerca, ancora in modo confuso, una sua identità . Questa sua lenta evoluzione si radica all’interno di un paese diviso da profonde e sofferte ineguaglianze sociali, quando il “caso” ed un rapporto amoroso, da lei vissuto in modo conflittuale, la costringono a guardarsi. Quando la conoscenza di valori nuovi, che “vivono” nella responsabilità collettiva e la forza del suo ancestrale sangue indio si toccano, Lavinia riconosce la sua identità nel senso e nello scopo della guerriglia sandinista fino ad accettarne l’inerente violenza re-attiva.
Ma nel libro c’è anche una visione femminile che vuole dare dignità ai sentimenti anche nella lotta politica e guerrigliera, che cerca e auspica il riequilibrio delle parti femminili e maschili nelle persone.
Nel dibattito molti gli interventi:
– Sulla realtà femminile, convenendo che ancor’oggi le donne, sebbene alleggerite dai cambiamenti avvenuti nei partners maschili e nelle istituzioni, conservano reali svantaggi, opportunità diverse.
– Si è parlato dello sguardo maschile e protettivo di Felipe, a cui Lavinia si contrappone duramente e della necessità di una comunicazione diversa dal linguaggio pragmatico di Lui e da quello velato, interiore di Lei.
– Ci si è chiesti come una Storia coloniale abbia portato, nei diversi paesi sudamericani, lunghe, terribili spaccature tra le loro classi sociali.
– Emozione e pena invece per l’urlo di dolore del figlio incompreso, non amato del generale Veda. Urla di orrore e pentimento per un amore indotto a trasformarsi in odio parricida.
L’autore
Gioconda Belli è nata in Nicaragua nel 1948, scrittrice, giornalista e militante nel Fronte sandinista contro la dittatura di Somoza.