Accabadora di Michela Murgia

Giovedì 6 luglio 2012

Accabadora di Michela Murgia è un libro dallo stile elegante, ricco di metafore e passaggi lirici, dalla scrittura che riesce a catturare il lettore.

I personaggi sono scolpiti in un contesto culturale che è tessuto fondante la storia. E’ un’opera dai contenuti importanti e dibattuti: dalla cultura tradizionale-collettiva, al cambiamento, dalla maternità e adozione, ed infine ma centrale nel testo la spinosa eutanasia. Molte quindi le  considerazioni dei partecipanti tra cui spicca l’indifferenza di Maria  per il personaggio sgradevole e abbandonico della  madre naturale. Colpisce  in  lei  la  contrapposta durezza   rivolta a  Tzia Bonaria al momento della  scoperta del suo vero “mestiere” di Accabadora. Durezza di comportamento apparentemente causata solo dal giudizio morale in realtà miscelato alla delusione e perdita di fiducia per il tradimento  di Tzia Bonaria,  “sua vera madre”.

Altre importanti considerazioni sul come l’irrompere di una realtà  e un’esperienza traumatica portino forzatamente a cambiamenti prima ritenuti impossibili

sulla bellezza soffusa che suscita emozioni nella descrizione della  “notte delle anime;

e sulla tradizione collettiva che è solidale con la pratica dell’accabadora, ma anche causa di un contesto di vita restrittiva che induce  Nicola  a pensare al suicidio attuandolo in modo da non sembrar tale per salvaguardare l’onore suo e della famiglia. L’episodio del funerale di Nicola, nell’alternanza di preghiera, lamenti e memorie,  ricompone in positivo il morto nella comunione dei peccatori;

L’eutanasia che in quest’opera  è  presentata sotto  diversi aspetti e angolazioni    senza tuttavia avanzare  nessun giudizio etico;

  il capitolo Torinese  è sembrato a molti un pò scollato nel contesto narrativo.

Abbiamo guardato  Bonaria e  a ciò che lei fa come a un atto generoso, nell’incontro con la  sofferenza fisica dell’altro. Lei si considera e interviene, per coloro che desiderano lasciare una vita sofferta, come l’ultima madre. Non  è esattamente così nella complicità dell’ “omicidio /  suicidio-assistito” di Nicola,  che nasce da una disperazione profonda che la contagia portandola ad   un genere di pietas che travalica il  ruolo  sinora svolto nella tradizione culturale dall’  Accabadora . Essa è comunque figura di grande rispetto,  che comprende le sofferenze altrui accettando con peso e dolore di farsene carico.

 

L’autore

Michela Murgia nasce in sardegna nel 1972. Di formazione cattolica è stata educatrice nell’AzioneCcattolica. Ha varie esperienze lavorative precedenti all’attività di scrittore. Con questo libro, pubblicato nel 2009, vince nel 2010 il premio Super Mondello e il Campiello.


Genere: romanzo