Notte fatale di Tahar Ben Jelloun

Giovedì 2 febbraio 2012

E’ il piccolo arcano libro Notte fatale che giovedì 2 febbraio il gruppo di lettura ha dibattuto.  Tahar Ben Jelloun è l’autore di quest’opera di letteratura magrebina. Subito viene fatto notare come la tecnica ( accattivante musicalità delle parole- punteggiatura impressiva -parole in lingua tradizionale-magiche visioni-linearità del racconto interrotta più volte dai sogni simbolici) abbia reso difficile,  a noi “occidentali” la comprensione della narrazione. Ma  la specificità propria del gruppo ha permesso poi di coglierne nessi e significati. Scopriamo che il testo, nato dall’interculturalità, è  messaggio di cambiamento all’interno di una realtà tradizionale islamica improntata all’egemonia patriarcale. Vengono infatti qui trasfusi elementi moderni volti all’affermazione della libertà individuale. La protagonista, resa transessuale dalla volontà paterna , viene affrancata e riconosciuta come figlia dal padre morente nella “notte dei destini” la ventisettesima del Ramadan. Inizia qui il suo duro,  drammatico viaggio alla riconquista di un corpo, di uno spirito e – dopo l’ espiazione  e il riconoscimento di propri  personali errori-, al loro ricongiungimento nell’integralità di sé stessa.

Ecco alcune osservazioni seguite al dibattito:

– quanto sia importante l‘oblio per intraprendere il primo passo verso la propria rinascita;

– perché  per conoscersi si può accettare uno stupro?;   – come può un uomo che ha stuprato sentirsi grato a Dio del suo gesto?;   – comportamenti fortemente ambigui e promiscui possono essere conseguenza di affetti deviati da primarie e ingiuste sofferenze?;    – repulsione  per rapporti familiari che si snodano tra indifferenza e rancori e,  per l’ipocrisia, le atrocità commesse nel seguire l’ignoranza di una tradizione fallocratica;    – pietas per la donna che ha solo le armi del silenzio nella sua estrema sofferenza e solitudine;    – come siano belle le dita delicate, i silenzi e le parole altrui per riconoscersi nel proprio corpo;    – la complicità del dialogo per allargare il proprio pensiero e l’importanza delle biblioteche con  i libri che parlano il pensiero degli uomini;    – la difficoltà ad accettare  descrizioni così crude e forti di realtà traumatiche;    –  constatare, nei  rapporti interni ed esterni alla famiglia,   regole  e sentimenti  crudeli che impediscono lo sviluppo di  relazioni positive;    – come possa l’uomo  interpretare la giustizia di Dio stravolgendola in vendetta personale;

ma anche la descrizione dell’amicizia come dono dello spirito e strada per avvicinarsi all’altro. Si è intravvisto in questo caleidoscopio di emozioni e visioni, attraverso un cammino di sofferenza, la nascita di una donna. Individuo”senza protezioni” ma  libero.

 

 

L’Autore

Tahar Ben Jelloun, nasce nel 1944 in Marocco è autore magrebino ma stanziato a Parigi dal 1971  scrive in lingua francese. Con questo libro vince il premio Goncourt nel 1987.

 


Genere: romanzo