La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne

Giovedì 12 gennaio 2012

Per la prima volta, Giovedì 12 gennaio, la discussione del gruppo di lettura si cimentava su un classico della letteratura ottocentesca americana: La Lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne. Libro  anche storico, dalla trama ordinata, dal bel linguaggio –un po’ desueto al giorno d’oggi-, un uso importante dell’allegoria, una fantasticheria  a volte così accentuata da irritare la nostra razionalità. Per altro si  è colto nell’opera, e  riconosciuta all’autore, una grande,  anticipatoria capacità di osservazione psicologica -come ad esempio, l’influenza sul feto  da parte della gestante; le  conseguenze delle emozioni sul corpo, e quanto amore e odio  nascano dalla stessa matrice. C’e chi ha gustato la simpatica descrizione dei funzionari della dogana, ma tutto il gruppo ha sentito lontano questo testo. Testo in cui aleggia un’atmosfera carica di magia,  intrisa comunque  sempre di peccato! I Personaggi e i loro comportamenti  ci hanno dato frustrazione e non empatia: il reverendo Dimmesdale ha suscitato disprezzo per  l’apatia e vigliaccheria insite in lui, ma  c’è stata  della compassione per la sofferenza  anche da lui vissuta  Abbiamo  salvato Hester P. –questo al di la dell’intenzione dell’autore- ravvisando in lei quella forza insita nelle donne che si trovano a lottare tra avversità e solitudini.

La discussione poi ha cercato di arrivare a percepire qualcosa di questo mondo Puritano, tutto teso verso la manifestazione nel  mondo, della Gloria di Dio. Un mondo però così pregno di cupezza, grigiore, rigore, fatica, senza salvezza per la  nostra fragilità umana. Peccato, colpe ed espiazione, questo è il  mondo che l’autore ci mostra, certo con un intento moralizzante ma che noi non riusciamo   a condividere e sentire.. Noi  oggi viviamo in un mondo umano colorato ma molto terreno, cercando ed inseguendo una felicità  tutta personale e forse “illusoria”.

L’ Autore

Nathaniel Hawthorne nacque a Salem nel Massachusetts. Nel 1804. Resta presto orfano di padre. Di carattere schivo e introverso cominciò prestissimo a scrivere racconti sulla Nuova Inghilterra puritana. E’ un’America secca e rugosa quella di cui parla, non è l’altra America, quella dell’avventurosa mobilità.


Genere: romanzo