5 Dicembre 2013
Nell’incontro di giovedì il gruppo ha parlato del libro ..e venne chiamata due cuori di Marlo Morgan, opera distribuita prima come racconto autobiografico e poi rettificata in racconto romanzato. Non pochi dei nostri lettori hanno sollevato perplessità sui fatti narrati. Ad esempio è sembrata anomala la lunga assenza dell’autrice all’interno del territorio australiano, senza che nessuno si allarmasse e cercasse di rintracciarla. Poco credibile è sembrata la conoscenza di molteplici e specifiche tematiche e le competenze linguistiche di Ooota, anche se egli aveva vissuto dall’infanzia all’adolescenza tra i bianchi. Inoltre tra le tante conoscenze attribuite agli aborigeni trapelavano concetti filosofici e religiosi non loro, oltre a pensieri della psicologia umanistica e della medicina orientale. Non s’è creduto poi alla velocissima guarigione d’una frattura multipla ricomposta con il solo posizionamento delle mani dall’alto, opinioni divergenti si sono avute anche verso i fenomeni telepatici. Non è risultato simpatico ad un lettore il distinguo che l’autrice, saccentemente, fa tra coloro che avrebbero letto il racconto solo per “divertirsi” e quelli invece che sarebbero stati in grado di ascoltarne il messaggio profondo.
Per qualcuno dei lettori quel viaggio non c’è stato, per altri il libro è nato da una raccolta di materiali, per altri ancora da un’esperienza reale di un viaggio ma certamente più confortevole e breve. Sono stati comunque altri i motivi che hanno portato una rappresentanza di “anziani” aborigeni a smentire l’autrice con accuse di falsità e di ladrocinio spirituale. Malgrado ciò il libro riesce ad essere spunto di riflessione, e il lungo viaggio catartico della protagonista ci consegna, infatti, insegnamenti profondi anche se uniti all’amara consapevolezza del continuo inesausto percorso che conduce la civiltà occidentale verso l’autodistruzione.
Il testo scorre semplice e permette con le sue descrizioni a qualcuno di rivisitare e assaporare meglio luoghi già visti, le sue pagine sono pervase da una spiritualità ed un amore per tutta la natura capaci di dare conforto e qualcuno di noi, ha voluto farci dono d’un commosso ricordo condividendo anche l’essersi riconosciuta ora debitrice di scelte tutt’ora valide. Altri hanno accolto immediatamente il libro nella sua interezza irretiti dalla parte spirituale e formativa del testo. D’altro canto, seppur su piani differenti, anche a noi “mutanti”, ancorati al solo presente e autodistruttivi, risuona il precetto dell’agire se “per il bene supremo di tutte le forme di vita “. Ma sono molti i pensieri, i concetti e i suggerimenti forti che troviamo in questo testo: la bellissima preghiera mattutina con la quale ognuno offre il proprio talento agli altri essa non chiede ma accetta; la condivisione che vince sull’egoismo insito nella natura umana, privilegiando l’altro necessario aspetto dell’umanità, l’affettività condivisa a scapito della competitività. E come non essere catturati dall’accoglienza incondizionata che si sprigiona dalla frase “Noi ti amiamo e ti sosteniamo nel viaggio”, che celebra ogni “voluta” nascita e accompagna ogni anziano che s’appresta verso il ritorno al ”sempre”. Suscita ammirazione e benevola invidia anche la festa di non-compleanno, quel voler festeggiare l’auto-consapevolezza di un proprio passaggio, che il nuovo nome-significato conferisce al talento acquisito. Abbiamo compreso quanto può essere significativo e importante trovare un fiore, posarlo sui capelli per essere bella ritornarlo poi alla terra portando con te solo l’esserti sentita bella trasmette che il valore non è nel possesso ma solo in quell’esperienza Una semplice frase “l’unico modo per superare una prova è affrontarla” racchiude per la protagonista il come divenire responsabile, passo necessario e preliminare per essere una guida agli altri, Marlo ci riuscirà solo nel momento in cui non si sentirà più “osservatore esterno” al gruppo ma parte di esso: nasce qui il suo secondo cuore.
Cosa ci lascia questo scritto? A noi individui-distinti dalle troppe o da nessuna fede, che viviamo una sola vita terrena in funzione di noi stessi nel solo tempo dell’oggi. Che fare di questa accattivante visione sacra e spirituale? Sia essa trafugata oppure uscita dal sincretismo di altre sapienze. Ci commuove con la sua sacralità onnicomprensiva e armoniosa. In questa visione tutte le relazioni sono autentiche e sincere, non esiste la colpa poiché non v’è dualità e contrapposizione, ma solo infinite sfumature. Come non rimanere incantati da una visione in cui l’importante è affidarsi , condividere, collaborare, accettare tutto poiché tutto ha uno scopo. Ci possiamo credere? Potremmo? Vogliamo provare a ricomporci nella bellissima foglia che la metafora del Gioco della creazione propone e ci insegna che, se al mondo ogni cosa appare separata, nella realtà costituiscono un tutto unico. Un Tutto che è essenza, energia benevola in evoluzione, c’è il tempo prima e il tempo dopo poiché il Tempo che li contiene è il Sempre.
Autore
Marlo Morgan è nata nel 1937 ed attualmente vive nel Missouri. E venne chiamata due cuori, frutto di una sua esperienza personale, pubblicato nel 1991, è il suo primo libro. Best Seller internazionale continua ad aver successo tutt’ora.