4 Aprile 2013
La lettura di questa opera, La bambina che salvava i libri di Markus Zasak, ci è stata suggerita quale occasione d’incontro con un aspetto del nazismo ancor oggi non molto conosciuto: la persecuzione dei dissidenti (tedeschi) nel regime Hitleriano. In questo testo ne intravvediamo qualcosa.
L’ Himmelstrasse, con la capacità d’essere quasi borgo, ci regala lo spaccato di vita di un’ umile ma pulsante umanità, in questa grigia via vi abitano: Liesel – figlia di komunist – con la sua famiglia adottiva; Max l’ebreo, Rudy il generoso-arrabbiato preadolescente e tanti altri. Un microcosmo di personaggi in cui ci siamo volentieri soffermati. Il libro, infatti, è stato favorevolmente accolto dal Gruppo che ne ha amato i personaggi, così vivi nei loro bei gesti d’amore, amicizia, e altruismo. Abbiamo ricordato i loro atti svolti in un quotidiano che è mescolato a paura, ansia, prevaricazione, ottundimento, e con ciò alla sofferenza. E’ uno spaccato tragico ma anche lieve, raccontato in modo delicato, nel quale si intersecano sentimenti d’onestà e coerenza, comprensione e generosità, coraggio e temerarietà, facendoci, così provare e sentire la commistione di “dolore e splendore” insiti nella vita umana. Commuove la bellezza, della pena di Rosa, che nel cuore della notte si tiene abbracciata alla fisarmonica di Hans. Persino la morte, l’originale io narrante di questo testo, si lascia sfuggire uno “sono perseguitata dagli esseri umani”. Lei certamente lo può dire, e a ben ragione, l’idiozia del genere umano, con le sue guerre, la carica, infatti, di un surplus di lavoro; d’altro canto le storie delle anime belle, e in special modo quelle che le vanno incontro con occhi coscienti, la fanno sentire “viva” in un soffio di partecipazione emotiva. Questa morte, che ci offre le sue braccia per sorreggere anime ed è tanto delicata da portare ad ogni morente il suo colore, è stata, solo in questo contesto ovviamente! trovata “simpatica”. Qualche appunto, non da tutti condiviso, è stato fatto ai troppi incisi in neretto (pur a volte belli e poetici), e alle note in quanto questi toglievano fluidità alla lettura. E’ stata, considerata anche ingannevole la trasposizione in italiano del titolo del libro, si è ritenuto più consono l’originale: The thief of books, sebbene l’uso dell’articolo neutro non contestualizzi bene la protagonista e il contenuto. Abbiamo commentato il grande senso di colpa che pervade più di un personaggio: Liesel, Max, la moglie del sindaco e il figlio di Frau Holtzapfel; essi si sentono colpevoli per essere sopravvissuti ai propri cari, ma diverso è stato il loro modo di reagirne. Alcuni riconosciutisi vicini, attraverso la comprensione e la pazienza di un’amicizia affettuosa, ritrovano in se stessi la forza per risollevarsi e assolversi, altri, invece si perdono. Abbiamo ammirato l’ incantevole capacità pedagogica ed empatica del padre adottivo Hans, quella psicologica e della dolente moglie del sindaco, con i suoi importantissimi regali: i libri e le parole di Max, valide ancor oggi nella mirabile quasi- favola ”La scuotitrice di libri”. I libri salvifici che ci ampliano e chiariscono l’uso delle parole. Le parole giuste, se ne comprendi, il significato, la forza e le fai vere, altrimenti sei impotente e in balia di chi, in malafede ne usa la potenza per preconfezionare i nefasti “pensieri coltivati”.
Autore
Markus Zusak è un giovane autore australiano nato nel 1975 a Sydney da padre austriaco e madre tedesca, i quali hanno vissuto in prima persona e nei loro paesi d’origine la seconda guerra mondiale . La bambina che salvava i libri è il suo quinto romanzo ed è in gran parte ispirato alle storie raccontate dai suoi genitori .Pubblicato nel 2007 ha ottenuto un grandissimo successo internazionale ed è stato tradotto in 30 lingue.