Prudenti come serpenti di Lola Shoneyin

02 Marzo 2017

Un libro che viene dall’Africa nel nostro ultimo incontro di lettura: “Prudenti come serpenti” della scrittrice femminista nigeriana Lola Shoneyin. L’opera, attraverso una quotidianità diversa, ci viene a parlare di azioni “cattive”   ed emozioni, invece, universalmente vissute. La scrittura   è apparentemente semplice: un parlato colloquiale schietto, esilarante, intriso di metafore simpaticamente lapidarie. Il dialogo costruito a più voci parlanti, sapientemente intrecciate in brevi capitoli, lentamente ci portano a conoscere personaggi   completi nella loro imperfetta e sofferta umanità. Dramma di solitudini, ciononostante molte risate sgorgano dalla lettura di queste pagine. Un testo pur sollevando al riso sornione accusa pesantemente un mondo ancora culturalmente arretrato. E’ contro la poligamia che ancor oggi in Nigeria affligge il 33% delle donne; perché se non sei sposata e non hai una numerosa prole non sei considerata, rimani un “fantasma che vaga nel mondo”.

La lettura di Prudenti… ha riscosso grande successo   e il dibattito – con la dovuta attenzione alla misera condizione femminile è stato poi ilare e oltremodo spassoso. Ah! Quel povero superdotato Baba Segi!

Tutto comincia nella città di Ibadan con l’ingresso di Bolande, giovane laureata, nella casa di Baba Segi voluminoso, bonario e ricco commerciante di mezz’età; è una casa ricca di stanze, di mogli, di figli e di analfabetismo: lei è la quarta moglie.Vi è entrata per guarire un pesante segreto –lo stupro subito a quindici anni- che la fa sentire sporca e fallita; lo sposa perché lui non fa domande. Anche quella casa ci sono segreti importanti   ma l’invidia fa si che a lei non siano svelati: è laureata e ciò infastidisce molto la 1° moglie, la saggia madre della casa, che teme d’essere guardata con “il naso all’insù”. La 3° moglie, l’’ex preferita, è furiosa perché è stata scalzata, la 2° è vilmente impotente. Dispetti continui, velati e non, le rendono la vita difficile, le mogli vogliono che se ne vada, lei non conosce il segreto e non potrà perciò mai procreare quei   figli che per Baba Segi sono la cosa più importante “i figli possono rendere completa la nostra permanenza in questo mondo”. Egli è padre   orgoglioso di sette virgulti che sono   germogliati, incredibilmente, dal suo vuoto seme (spermatozoi 0). Bolande è lì per espiare, sopporta con umile pazienza ogni   angheria e resiste. Trascorrono   due anni e   il mal di pancia di Baba Segi –ogni forte emozione provata è da lui calmata attraverso gli orifizi del corpo che velocemente travasano- avvisa che la sua pazienza è scaduta “l’utero di mia moglie va curato”.  Sfortunatamente Bolande è una laureata e Baba Segi si vede costretto a portarla da un vero ginecologo. Grandissima è la preoccupazione nella casa, Iya Segi e Iya Femi decidono di sopprimerla, disgraziatamente però al posto di Bolande muore avvelenata Segi la figlia della madre della casa Iay Segi. Alla fine fra tragicomiche scene all’interno dell’ospedale, la rabbia, il dolore e la paura tra le mura di casa la verità si manifesta interamente a Baba Regi e a Bolande. E avendo lei diritto ad avere figli potrà tornarsene alla casa dei genitori, libera finalmente anche da quell’autopunizione e dall’obnubilamento che le aveva permesso di vivere in quella casa culturalmente così arretrata. Adesso anche se “donna di seconda mano” potrà riprendere una strada sua . Le altre mogli perdonate –perché la virilità deve essere protetta dalla vergogna –sono severamente punite nelle loro libertà da Baba Segi, che continuerà a prendersi cura di loro ma dovranno restare in quella casa   senza “andare da nessuna parte”.

Per il gruppo tutti i comportamenti nei personaggi sono negativi, si salva Akin il primo figlio maschio di Baba Segi, responsabile e gentile, e i due medici del fatiscente ospedale competenti che si muovevano con paziente umanità e preoccupazione verso persone culturalmente inferiori. Forse Baba Segi, che l’animo non aveva cattivo, in un altro contesto ambientale non sarebbe stato il “compratore di donne” come’ è stato definito da un nostro lettore. D’altra parte molta della cattiveria che quelle donne mettono in atto emana dai malanni che la cultura maschilista ha cagionato a loro. Abbiamo riconosciuto in questo testo figure femminile, sebbene costrette alla manipolazione, superiori per intelletto, forza e determinazione alle controparti maschili e ravvisato come la sessualità sia tranquillamente vissuta da entrambi i generi.

Vediamoli dunque questi personaggi.

Di Bolante, è stato detto che troppo sopportava. La sua unica vendetta… le ciotole sbeccate, che infastidivano tanto Babà Segi, rappresentazione della propria “imperfezione”. Chi era stata Bolande? Una brava bambina intelligente e diligente, la perfetta “figlia prediletta” di una madre severa e dittatoriale – non accetta il matrimonio con il poligamo analfabeta, lo vive come un tradimento-. Lei si era era “rotta la schiena” per   permetterle l’Università e aveva anche proiettato in Bolande la realizzazione dei propri sogni di una vita ricca e agiata. Bolande è una figlia che ha paura di parlare e deludere – ormai è una scodella sbeccata- se ne va allora, sposa l’analfabeta e si punisce.

Iya Segi, il grosso “rospo” che viene dallo stesso paese di Baba Segi, è la 1° moglie ed era la bimba grassa di una grassa madre single abbandonata. Come la madre è una grandissima lavoratrice, da questa è indottrinata al disprezzo per gli uomini, utili solo per il seme che da figli. Quasi lesbica, intraprendente affarista, ancora fanciulla ha messo da parte il gruzzolo per comprare la terra e costruirvi una grande casa “volevo un posto tutto per me”; ciò non le è consentito in quanto donna, umilierebbe troppo attirandosi vendette. Seguirà a Ibadab i suoi amati soldi – l’hanno fatta sposare “bisogna fare figli   il mondo non ha pazienza con le zitelle”- che sono stati sottratti passando dalle mani delle due madri nelle tasche dell’inconsapevole Baba Segi, il Suo Signore a “cui legge nel cervello”; costantemente e con sottile astuzia raggira gli uomini “sono come i tuberi d’igname, li tagli come vuoi tu”. E’ decisa ad aspettare con pazienza la morte di Baba Segi per recuperare i suoi soldi e con essi la libertà di coronare il suo sogno: tornare al paese e ricostruire al posto della sua misera casupola un bell’edificio di quattro piani. Ora possiede vari negozi ed è la Madre della casa, dove le altre mogli sono “umili domestiche che non vedono l’ora di ricevere una carezza gentile” lasciando credere al marito   d’essere lui ad avere tutto sotto controllo. A suo tempo, capita l’impotenza generativa del marito, ha provveduta a procurarsi il seme altrove, facendosi mettere incinta due volte dall’autista di casa. Diffida della laurea di Bolande ed esaspera la sua cattiveria fino a diventare assassina involontaria di sua figlia e così , sopraffatta dal rimorso, confesserà tutti gli inganni. Sarà declassata a serva, privata del patrimonio che aveva accumulato e il suo sogno di libertà sarà cancellato.

Anche Ida Tope viene dalla campagna, è la 2° moglie ed è stata ceduta dal padre a Baba Segi come risarcimento di un raccolto mancato come fosse stata “un tubero con occhi, braccia…” è una donna infantile che dice di sé stessa “pensavo come una bambina e mi divertivo a fare giochi infantili”, prima strappava con cura le erbacce mentre ora fa treccine ai capelli delle bimbe di casa. Indolente, apatica, ma capace di grandissimo trasporto sessuale per il macellaio a cui Iya Segi l’aveva indirizzata dopo averle svelato il segreto del padre delle sue due figlie. Le piacerebbe accettare l’amicizia che la gentile Bolande le offre, disdegna i comportamenti delle altre due mogli di cui ha paura, è compassionevole ma vile perché la sua sopravvivenza è nelle mani della Madre della casa che distribuisce le scorte settimanali di cibo.

Ida Femi, 3° moglie è vendicativa e determinata. E’ stata la più maltrattata dalla vita, ora truccata, ingioiellata ed elegante si sente Regina e vuole essere risarcita. E’ stata derubata dallo zio alla morte di entrambi i genitori, lei in quanto femmina non eredita; è stata defraudata della promessa scolarità, portata in città e venduta ancor bimba come serva-schiava –un tappettino nel sottoscala il suo letto – . Nonna, la sua facoltosa padrona , è una donna cattiva e lei subisce per quindici anni poi gli occhi le si aprono e cambia. L’incontro con un predicatore cristiano le ha dato un conforto vendicativo: prega e manda a crogiolarsi nel fuoco dell’Inferno tutti tutti quelli che odia e che le fanno del male. Si muove come Dio vuole “siamo Prudenti come serpenti” e poiché Bolande, prendendo il suo posto, le ha fatto del male, è malvagia e sarà punita. Alla casa rubata dalla zia, la sua casa, darà fuoco; quando scapperà dalla casa di nonna per offrirsi sposa a Baba Segi ne ruberà i gioielli. Sarà a suo modo riconoscente a Baba Segi –cucinerà i suoi piatti preferiti- –per averle dato una stanza tutta per sé e un materasso che la fa dormire sulle nuvole, considera invece deludenti e massacranti le turnazioni serali che Baba Segi le riserva, ricorrerà per trarre conforto e piacere a Tunde il figlio di Nonna che la lascerà incinta ancor prima che Iay Segi le sveli il suo segreto. Qual era il suo sogno? Intanto dare ai suoi figli tutto quello che non era stato dato a lei e poi un giorno, orgogliosa, a portarli davanti a Nonna svelandole che erano i suoi nipoti. Ma la morte di nonna la sbeffeggia, Tunde si eclissa e lei assassina e traditrice assieme ai suoi figli potrebbe essere cacciata di casa. Rimarrà, invece, con i suoi vestiti e gioielli, senza rossetto e preghiere, sola, relegata tra le mura di Casa Alao.

Baba Segi, mastodontico e ingenuo marito, con il debole per le donne “le accoglie tutte” solo Bolande , l’ ha voluto proprio lui – le aveva persino concesso la poltrona delle madri-. Poi è arrivato a scaricarle solo il seme, da lei voleva il figlio. In quella tipologia di matrimonio sembrerebbe che solo l’aspetto sessuale – equamente suddiviso nelle cure notturne- e che le donne della casa disdegnano sia l’aspetto deficitario, manchevole di Baba Segi. Eppure ha una possanza fisico –sessuale esorbitante, ma è talmente maldestro e goffo quanto poderoso e superdotato che non sa dar piacere, ma dolore massacrante. E’ un ripetitivo martello pneumatico –ridendo è definito da un lettore un Pick up -, solo quello sa fare come risulta dalla spassosissima scenetta della masturbazione -da lui sconosciuta –necessaria all’esame degli spermatozoi. Lui ha sempre cercato d’essere un buon marito “poligamo” molto generoso e permissivo, attento a ogni rientro a salutare ogni moglie e figlio in ordine decrescente; poi ferito e affranto –la testa inclinata, le sue lacrime toccavano terra con un suono impercettibile, scopre che la sua vita non è stata che un’ombra. Ma non scaccerà le mogli traditrici ne i figli non suoi, e permetterà a Bolande di andarsene sia perché la vergogna lo rende vile alle chiacchiere sia perché quei figli li ama – il dolore per la morte della figlia Segi lo dimostra- perché è stato lui a sceglierne i nomi, “i figli sono di chi li cresce” , la carezza sulla testa di Akin dopo il funerale ne conferma la paternità.

Anche le altre figure maschili non splendono in quest’opera: Tiau, l’autista di Baba Segi – seme dei primi figli-   giustifica la sua scorrettezza e il lungo opportunismo con la scusa della povertà; il saggio Maestro cui sempre ricorre   Baba Segi per consigli si rivela un invidioso impotente; il padre insegnante e bevitore di Bolande è debole sostegno paterno di fronte alla collerica forza della moglie. Il ricco giovane Segun – è un distaccato e altezzoso   classista.

Quale altra considerazione ai nostri occhi occidentali è emersa dalla lettura del poligamico matrimonio   di Baba Segi, poligamia nata,   si dice, per prendersi cura delle donne e   un effettivo prendersi cura c’è: economicamente e sessualment , manca però la cura affettiva -nessun accenno all’amore , non è tenuto presente ne considerato- è per questo forse che pur nelle numerose presenze in quella casa ognuno   rimane isola.

Autore

Lola Shoneyin è una scrittrice e poetessa nigeriana. Prudenti come serpenti è stato pubblicato da 66thand2nd nel 2012.

 


Genere: romanzo