Giovedì 6 Luglio 2012
Uomini e topi di John Steinbeck è un piccolo duro libro, percorso da un fato ineluttabile, dalla struttura narrativa essenziale, dallo stile volutamente secco e grezzo atto alla descrizione di vite semplici. Le descrizioni ambientali e paesaggistiche si amalgamano perfettamente nei personaggi, permettendoci la virtuale esperienza di un mondo degradato, socialmente asfittico, radicato in un individualismo “del povero” solitario, a sprazzi rischiarato da un sogno di autonomia lavorativa foriera di stabilità e amicizia. Anche in quest’opera si individuano temi importanti quali: lo sfruttamento sociale, il razzismo-maschilismo, la follia, l’amicizia, la solitudine, il sogno, l’eutanasia.
Abbiamo considerato che ancor’ oggi e nel nostro paese lo sfruttamento degli immigrati è pratica usuale. Il razzismo duale in Crook, il garzone di stalla, è eclatante nel mostrare che la dicotomia tra emarginazione e integrazione non può venire ricomposta fino a che non si permetterà all’individuo di sentirsi sicuro. Emerge inoltre una visione ugualmente razzista nella figura della moglie di Crooly, lei nell’immaginario maschilita e svilente è solo oggetto sessuale, provocatrice di guai e non riconosciuta come essere umano bisognoso di relazione. C’è razzismo anche per la disabilità mentale.. Ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato di Lennie oggi nel nostro contesto sociale? constatando come ancora ci siano difficoltà per le persone affette da handicap, nonostante i progressi fatti e in atto nell’ aiutare il loro disagio e le nostre paure.
Spicca la grande solitudine che emana dai personaggi miseri diseredati, ma non percepita nella profonda fraterna amicizia dei due protagonisti. Le cure per salvaguardare Lennie, ricambiate in affetto per George, il loro “essere insieme” permettono ad entrambi di vivere scalzando la paura di essere inutili e sostituibili come il ”vecchio cane” e come molti dei personaggi del libro.
E’ recepita la bellissima e feconda capacità di fabulare un sogno sino quasi renderlo concreto, il sogno comune a “tutti” e che giunto alla sua impossibilità permette ugualmente la “ buona morte” di Lennie; l’estemo atto di George, forzato dall’imminente crudele linciaggio di Lennie è da molti riconosciuto come atto di pietas.
Slim, il “cavallante” è identificato come unico personaggio del romanzo completamente positivo, uomo dall’identità sicura, stimato e ammirato nel lavoro e nella capacità di saper leggere l’animo degli uomini. E’ lui solo che sostiene e comprende la grande perdita e l’immenso dolore di George.
L’Autore
John Steinbeck nasce nel 1902 e muore nel 1968. Scrittore statunitense tra i più noti del XX secolo. Nel 1962 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”. Furore, La luna è tramontata, La valle dell’Eden sono alcune delle sue opere di maggior successo.