03 Dicembre 2015
Per il consueto appuntamento il gruppo di lettura sceglieva L’incidente, l’ultima opera narrativa dell’autore albanese Ismail Kadarè, spinto dalle ottime “referenze letterarie” e da curiosità per un paese di cui poco si conosce. Alla prima lettura sembrava esserci poco dell’Albania e il libro non è piaciuto ai lettori. La trama è accattivante ma la struttura del libro e la scrittura dell’autore porta parecchi lettori a fermarsi, altri a provare forti sensazioni d’inquietudine e/o a definire se stessi lettori troppo semplici o troppo “piccoli” per comprenderlo appieno. Se ne percepisce comunque la bravura in quelle voci sovrapposte tra dialoghi e monologhi interiori, inconscio e comportamenti, e quel muoversi labirinticamente voluto tra reale e fantastico. In noi invece una grande confusione, domande senza risposta e contraddizioni: “Rowena è viva o è morta? era lei, era la bambola, è stato lui?”. Non è amore, Bessfort non si arrabbia, è innamorato, non si parlano mai, l’indagine è irrealistica, ascolta la zingara e la dà? perche tiranno, era libera, e il “galoppo”? E lo specchietto retrovisore? I rapporti malati, i personaggi tutti negativi, non c’è umanità, hanno paura di loro stessi, è allegoria del loro paese, è un “tentativo d’andare oltre”. Ma cos’è questa storia sfuggente e subdola, logica e illogica che parte da un dato concreto e va a mescolarsi con il mito. Vi è la morte di due persone, precipitate con un taxi da un burrone mentre si stavano recando a un aeroporto austriaco, un uomo e una giovane donna da lungo tempo amanti. Il conducente del taxi si salva ma sa solo dire che qualcosa l’ha spaventato quando dallo specchietto retrovisore ha visto i due amanti “che cercavano in tutti i modi di baciarsi ma non ci riuscivano”. I due però, Bessfort e Rowena cittadini albanesi erano sorvegliati dai servizi segreti serbi e albanesi, s’investiga dunque sulla loro morte e non se ne viene a capo imbattendosi nel mistero. Solo l’ultimo ossessivo investigatore irretito da quest’anomala vicenda (l’amore tra i due è molto ambiguo e sconcertante) non si arrende, è talmente strano da inserire una clausola testamentaria d’essere seppellito assieme a quel recuperato specchietto retrovisore, un testimone che conserva e potrebbe ancora riflettere l’ombra di quanto in realtà d’anomalo successe, infatti, ormai egli crede alla realtà di un mito, “…gli zoccoli del cavallo” e di un oltre. Come del resto altri credono in altro ancora: Lulù l’amica lesbica di Rowena ne comunica il ritorno, ora chiama Anevor, sempre il suo “amore in un’altra forma”..
A inizio serata qualche breve cenno di storia albanese ci permette di intravvedere l’Albania dentro i personaggi del libro, essi sono anche il risultato dei moltissimi anni di un ambiguo e crudele potere, d’un tiranno malato, che il ”gioco” dei finti tradimenti descrive molto bene, una tirannia destabilizzante che entra nella psiche e nella vita dei due protagonisti. Un uomo e una donna dentro a una storia di sesso e “amore” che scorre in nove anni tra alberghi europei e motel. Lui è funzionario del Consiglio d’Europa e lei una stagista universitaria dislocata in Austria, la loro è una strana relazione: conflittuale, ossessiva, combattuta in varie tappe da grida e silenzi, sempre in modo insincero tra il detto e il taciuto. Sono più voci narranti a dissezionarla: occhi investigativi, sofferenti amanti e gli stessi due protagonisti affiancati dal loro inconscio (agito) e un segreto cosciente. Un marasma di potere e autonomia, sessualità e paura, sicurezza e l’ ignoto dell’amor, e l’interdipendenza: lui gli aveva “donato la parte più vulnerabile della sua vita d’uomo” a lei “aveva storpiato e fatto a pezzi la sua sessualità”. Conflitti in loro e tra loro. Una giovane donna, Rowena e la nuova libertà che essa riconosce nella sua sessualità, e una legge consuetudinaria che la fa sentire sempre suddita dell’uomo; è innamorata di Bessfort uomo dallo “sguardo vuoto” di cui sente la tirannia nonostante l’apparente libertà di comportamenti e azioni. All’inizio della relazione sognava il matrimonio poi nello scorrere degli anni, tra litigi e paure, si scopre indissolubilmente legata a lui ed è qualcosa che esula anche dall’aspetto sessuale “ti sei insinuato dentro di me”. Deve restare unita a lui sebbene con lui “tutto sia a difficile”, consapevole che “senza di lui è impossibile” stare. Ne accetta dunque i malati nuovi aspetti, le speranze e i timori. Ora non è più amante ma consenziente call girl, lo segue in performance che dovrebbero condurli in un oltre sublimato di corporeità. Il maestro è Empedocle, ma seguono anche il mito di Orfeo, rovesciato, la parte “infero” nel corpo che deve trascendere in una forma che è essenza d’amore, vera Rowena-Euridice. Chi è quest’uomo apparentemente così sicuro da farsi sentire in Rowena come tiranno? Egli è cresciuto e ha respirato l’aria di un ambiente infido, è ormai tarlato da paure, insicurezze, tradimenti, gelosie, incertezze, infedeltà e rabbia. La relazione con Rowena apre degli spiragli a cui deve porre riparo, cercherà così di esorcizzare le emozioni. Rowena lo attrae perché quando la vede, ha la visione di “un uccellino sull’albero a cui si può sparare”! E’ una “bella” donna sinonimo per lui della capacità di soffrire; bianca dal piccolo seno che cresciuto provocherà in lui un’angoscia che non dice, lui sa che Rovena “è troppo per lui” capisce che è un pericolo ma il basso ventre di lei lo porterà alla capitolazione. Inizieranno da lì le paure dell’infedeltà e della perdita, mai confidate, provocando comportamenti ambigui che lasceranno sempre la donna nel disagio e nell’incertezza. Si consumano anni e Rowena cerca distensione in Lulù, lui nel Club per scambisti, cartina di tornasole pari alla novella del Curioso indiscreto di Cervantes per confermare la distorsione mentre esorcizza la gelosia e contemporaneamente rinvigorisce il desiderio. Poiché loro si trovavano solo attraverso la sessualità ed è grazie alla relazione di Rowena con Lulù che Bessfort prova per la prima volta la sensazione “di fare l’amore con la donna ritrovata… era lei e non lei. Estranea eppure conosciuta fin nell’intimità qui e altrove”, resuscitata da una sensazione di vertigine in cui era difficile separare la sofferenza dalla cupiscenza così avrebbe vissuto la rigenerazione del desiderio. Fino ad arrivare a quel punto ove “tutto è cambiato” che trasforma Rowena in prostituta (ed ecco la proibizione del bacio) di cui lui è il cliente, liberi da ossessive gelosie e abbandoni. Ora “s’incontrano in un’altra zona” dove la sessualità è mezzo, il corpo porta all’amore puro (anelito al ricongiungimento androgino), senza infedeltà e perdita, perfetto. Ma in realtà è “la paura che lei gli ispirava, la paura di loro due” che lo porta a escogitare rituali e comportamenti per arrivare a questo oltre che “non è più di questo mondo”. E’ un tentativo di riempire un’ insufficienza – già al primo sguardo, aveva sentito che “non era stato il corpo, ma il cuore che per primo aveva accusato il colpo”. Ineluttabile incontro quello di Bessfort e Rowena ma questo rapporto non ha i giusti mattoni per una costruzione sicura, nasce da un ’aggancio reciproco, loro si sono inconsciamente riconosciuti, attratti da un bisogno che non è mai amore ma mancanza e che in loro cementa solo scambievoli paure. Non ci sarà mai il sano noi dell’amore ma l’anomala somma 1+1 che resta sempre uno sterile e tragico 1, nonostante tutti i tentativi e le pericolose manipolazioni messe da loro in atto per raggiungere qualcosa che esuli e trasfiguri il loro modo sofferto di “amarsi”
Autore
Ismail Kadarè, nato nel 1936, poeta, saggista e romanziere, è il più grande autore albanese contemporaneo e uno dei più noti scrittori europei Nel 2005 è stato il primo vincitore del Man Booker International Price per la sua opera.