L’onore perduto di Katharina Blum di Heinrich Boll

6 Giugno 2017

Il premio Nobel Heinrich Boll, integerrimo scrittore di temi civili,  è l’autore  di “L’onore perduto di Katharina Blum”,  un piccolo  romanzo ideato per essere atto accusatorio della violenza manipolatrice  di certa stampa scandalistica  promotrice di altra reattiva violenza. Opera particolare  dallo stile asciutto, ironico e sarcastico e estremamente oggettivo; la struttura  prende  la  forma documentaria  di una cronaca giudiziaria  che ci viene presentata da un ignoto narratore. Ciò  ha creato inizialmente   una certa confusione nei nostri lettori,  difficoltà  a entrare agevolmente  nella trama del libro e poca intimità con i personaggi. Ma  questo è  un libro che arriva  alla testa  del lettore per poi coinvolgerne tramite l’etica i sentimenti .

In breve è la storia della giovane Katharina Blum,  ottima e seria governante,  la quale uccide un giornalista dopo la pubblicazione di alcuni articoli che hanno disonorato   e quindi trasformato  tutta la sua vita. La donna è coinvolta nella fuga di un comune malvivente (siamo in Germania  negli anni ’70, gli anni di piombo del terrorismo rosso) tacciato e creduto un terrorista, un rapinatore e assassino. In verità  ha solo scassinato la cassaforte del suo reggimento. L’uomo aveva suscitato in Katharina un fulmineo innamoramento tale da ospitarlo dopo poche ore  l’ averlo conosciuto nella sua casa, comportamento per lei inusuale ma lui  era “quello che attendeva”. Le conseguenze arrivano presto:  un’indagine giudiziaria, il telefono sotto controllo,   interrogatori meticolosi e denigratori  cui seguono  “fughe di notizie”  immediatamente  pubblicate  in un giornale popolare e sensazionalistico che  altererà volutamente  e  ripetutamente  la realtà. Manipolando interviste,  il giornalista  descrive  falsamente tutta la sua vita contribuendo anche ad accelerare la morte della madre insinuando poi che fosse successo per il dolore da lei arrecatole. Tante le insinuazioni che trasformeranno, nei lettori  Katharina in una terrorista, avida speculatrice,  figlia insensibile ai suoi doveri ed anche  prostituta. La sua identità viene così stravolta e totalmente  distrutta; cominciano le telefonate oscene, arrivano lettere anonime  offensive e lei come  estrema  e giusta autodifesa  uccide Totges, l’infamante giornalista. Le diffamazioni per’altro non si fermeranno  – vi è sempre un altro “Totges” –  con conseguenze dolorose anche per i suoi tenaci e affezionati  sostenitori: i signori Blorna suoi datori di lavoro e la madrina e amica Else.

Come è stato già detto i personaggi in quest’opera  sembrano e restano lontani cionondimeno la loro  lettura indigna e fa riflettere, molto.

Katharina  è una  grandissima lavoratrice, eccellente e onesta amministratrice. La sua proverbiale scrupolosità mette  paura  sin dentro  le mura  del   carcere, dove sconterà la sua pena;  un carattere, il suo,  che  non ispira subito simpatia  ma ti tiene un po’ a distanza. Parsimoniosa e pignola,  tutta di un pezzo in ogni decisione, la cui grande determinazione  e sincerità  coerente destano però ammirazione. Comincia a  lavorare giovanissima  lasciando una famiglia disgraziata – cui continua sempre però a dare aiuto – poi un marito deludente e presto abbandonato, lavora indefessamente  e con l’aiuto della madrina  studia sino a ottenere il diploma di governante domestica. Ora,   benvoluta e  molto apprezzata    dai suoi datori di lavoro, aspetta   l’amore vero che accecante e fulmineo si presenta  in quella notte con Ludwig Gotten e,   sarà per sempre . Lo aspetterà in quegli otto anni di carcerazione, infatti,  con lui ha  programmato  una famiglia  e una nuova innovativa  attività lavorativa: un ristorante per asporto. Incredibile Katharina malgrado ciò che le è accaduto  – l’identità faticosamente costruita, poi perduta e per la  quale ha ucciso senza pentimento  possiede, come suggeriscono due diverse lettrici, una “speciale” innocenza e la resilienza  che le  permette   di non soccombere di fronte  alle gravissime difficoltà della vita. Anche l’avv. Blorna la progegge e  rispetta per questo. Chi possiede  questa qualità  alla fine  esce  fortificato dalle avversità  e per questo Katharina paziente e tranquilla  attende l’inizio della sua nuova vita.

Non sarà cosi purtroppo nella famiglia Blorna dove tutto entra in crisi e rovina.  Hubert, avvocato ben pagato e di grande successo nel campo immobiliare, e Trude affermata  architetto. Sono cosi affezionati e riconoscenti a Katharina per l’encomiabile aiuto dato al loro menage familiare,  che le restano sempre affianco portando Hubert a essere l’ avvocato difensore di entrambi gli innamorati .  Il  Giornale li ha subito bersagliati e usati deviando su di loro l’attenzione   – in accordo con il potente industriale Luding-,  per salvaguardare e  non coinvolgere   nel  pettegolezzo scandalistico un altro industriale, sedicente amico dei Blorna.  E’ questi, infatti, quell’ospite (sposato) misterioso  di Katharina, in realtà solo un insistente  e respinto corteggiatore. L’autore ci  mostra così l’ignobile comportamento di certa stampa  legata a chi   ha potere. Sporcizia può talvolta recepire l’opinione pubblica e su questa involontariamente fermarsi. Ma torniamo ai Blorna: Trude sta perdendo il suo lavoro,  Hubert subisce un grave declassamento nel proprio, le false amicizie si defilano, e vessato al limite della povertà  entra in una profonda depressione. Ugualmente accade alla signora Else,  amareggiata e molto  arrabbiata, il giornale è riuscito a metterla alla berlina  fantasticando  di  fantasmi “comunisti”  celati nel suo armadio. E  purtroppo ciò che è scritto o detto  sempre lascia traccia,  ricordiamo che anche ”l’amica gentile” di Katharina  ha dei dubbi su lei dopo la lettura del Giornale

Ovviamente nel dibattito molto si è parlato del grande potere mediatico, oggi ancor più esteso e potente di allora  – le nuove tecnologie – e  di come esso sovrapponendosi  alla vita privata  delle persone possa creare nell’immaginario degli altri una fittizia e deleteria “verità”.  Alcuni lettori riferiscono  piccole  esperienze personali che  confermano l’invadenza  dei cronisti e  le   forti inesattezze negli articoli pubblicati. Abbiamo poi un po’ messo a confronto  il giornalismo degli anni ’70  con l’ attuale  rilevando e costatando come  sempre  molta informazione addotti per interessi occulti varie strategie: il silenzio mediatico opportuno e il  fomentare la   paura e  il sospetto  frutto di connivenze interessate e a volte  disoneste. Certamente non tutta la stampa è cosi  si sa però  che il   mondo editoriale e dei media oggi  è proprietà di potenti gruppi economico-finanziari. Le macchine del fango perciò   oggi lavorano  alacremente per discreditare, grazie al trafugamento di notizie  frutto di intercettazioni  telefoniche doverosamente controllate dalle istituzioni  ma che  riguardano quelle cose  “intime e private”, che   se  per Heinrich Boll potevano disturbare solo  le orecchie morigerate degli antichi impiegati statali,  oggi invece invadono   gli occhi e le orecchie di chiunque.

Che cosa possiamo fare allora  noi semplici cittadini per non  subire e assorbire ogni tipo  informazione  per riuscire a filtrare le manipolative false verità e i dubbi indotti? Poco? Possiamo  solo svolgere un lavoro individuale e personale: confrontare, esercitare il dubbio critico,  acquisire conoscenza prestando una  scrupolosa attenzione,   tutto questo può aiutare a far scelte oculate e  a cogliere…..e poi, anzi prima, leggere “L’onore perduto di Katharina Blum”.

 


Genere: romanzo