Norvegian Wood di Haruki Murakami

02 Ottobre 2014

Con pacatezza, una critica curiosa e qualche sorriso, il gruppo di lettura ha parlato dell’unico romanzo realista e intimista, Norvegian Wood, di  Haruki Murakami. Usualmente autore di mondi paralleli, fantastici  e magici,  in questo libro lievemente  sfiorati  nel mondo ombroso del disagio mentale. Un‘opera questa che contiene reali sofferenze fisiche, dell’anima  e della  prima giovinezza trascritte con  parole quiete e leggere. La scrittura armoniosa,  accompagnando i personaggi in quotidianità solitarie, fatti drammatici  e sincerità dell’IO   li rende amabili, trasformando  il lettore in uno spettatore irretito da sottili sfumature di raffinata sensibilità e non da viscerali emozioni. Un libro avvolto in silenzi ovattati e musicalità, il piacere  del cibo a noi sconosciuto. Il  nostro “essere occidentali” fa emergere divergenti considerazioni, sebbene ci sentiamo “a casa”  in questa Tokio occidentalizzata  intrisa  di   musica, libri, films, ambienti e bevute che sono parte della “nostra” cultura, la distanza c’è e si percepisce. I personaggi manifestano una pudica sincerità dell’animo e una semplice impudica naturalezza del corpo che si  discosta da noi. Infatti,  i comportamenti sessuali, che sono  parte  integrante del libro, sono stati per alcuni di noi causa d’imbarazzo o  di ripensamento, per altri  di  benevole invidia. Qui la  sessualità è descritta con schiettezza  pulita, vissuta al di fuori di qualsiasi pregiudizio da tutti i personaggi e se a volte in essa emergono concrete difficoltà queste non rimandano ad altro che alla persona stessa. Quando  vi sono  esagerate esigenze queste vengono  soddisfatte, chi invece   lega  la sessualità ad un amore  idealizzato la può  posporre, se invece essa è  vissuta come unica esperienza perfetta la si  può trasformare e considerare  come un assoluto non più ripetibile. C’e comunque  una volontà individuale o una capacità  di controllo, di distacco, insomma di gestirla con la testa , a  volte, anche con generosità. Naoko  trasforma dei “gesti” sessuali  in un dono gentile  dato a Toru, come del resto Toru  che controllandosi riesce a regalare “solo” il calore del suo corpo a Midori. Ma l’amore erotico può diventare paradossalmente momento catartico, punto di chiusura e rinascita da un lutto, ed ecco l’importante eccessiva notte che si concedono Toru e Reiko….. Reiko amica d’entrambi, vestita con gli  abiti che Naoko le lascia. Non  piace invece l’episodio saffico “subito” da Reiko, lo si è percepito come ”un di più” anche per l’ esagerata capacità manipolativa e sessuale attribuita ad  una ragazzina di tredici anni. Di tutti i protagonisti abbiamo subito il fascino, persino del cinico determinato “gentiluomo” Nagasawa; c’era in loro una  sincerità mischiata  di pudore e riserbo  che permetteva loro di non rovesciare sugli altri   sofferte  interiorità. Qualche  lettore ha trovato Toru troppo accomodante e disponibile nell’assecondare la volontà altrui da sembrare indifferente, non sembra interessato nemmeno a ciò che studia,   ma non è proprio così egli si da e  attiene  a  regole che strutturano il tempo  di   una quotidianità disincantata, egli  è un adolescente che cerca  e vuole fare la cosa giusta,  questa è la sua regola base. Nagasawa dice di lui “che guardava le cose in modo distaccato“ , lui infatti ama meditare, da bambino non  giocava con gli altri perché “non gli importava come andavano a finire i giochi” e  forse è proprio per questo che lui riesce ad “accettare sempre gli altri per quello che sono” ,  ed è questo l’aspetto che Midori ha più amato.

Questo bel  romanzo prende avvio in una romantica cornice:   melodiche note portano emozioni e con esse  rivive nitido un  verde paesaggio, una  promessa “non dimenticarmi” unita al volto dolce e bello di Naoko che  lentamente si ricompone. Ricompare un’adolescenza e i sentimenti dolci e amari   che l’hanno attraversata.. L’impatto con la morte – l’amico Kizuki –  allontana  il protagonista  dalla fanciullezza portandolo alla  consapevolezza che essa è nella vita stessa  perché con la morte di chi ti è caro essa si insinua anche nella tua vita. Poi il ri-incontro con la  ragazza di Kizuki, l’attrazione per la fragile lunare Naoko, capace di vivere solo in un mondo appartato e delicato, in contatto con il mondo delle ombre. E’ per Toru   un  amore puro e difficile ma egli non ne è scoraggiato perchè crede di riuscire a salvarla , di portarla con sé alla vita. C’è poi la sua solitudine, la difficoltà a fare amicizia e poi… l’incontro con Midori. L’’incredibile   estroversa ragazza  che conosce la sofferenza  ma che guarda al  futuro con intatta speranza capace di indossare una minigonna mozzafiato per rinvigorire i poveri e depressi  malati all’ospedale. Immaginifica, curiosa, splendente e  vitale, lei è per Toru un’amica      profonda e la sua necessaria realtà. Avviene cosi  che la retta strada percorsa da Toru ora viene a diramarsi in un bivio:  da un lato troviamo  la strada dell’ideale, il puro sentimento  capace di  sacrificio,  quel prendersi cura che aveva promesso, dall’altra invece la vita, la reale possibilità di condividere, l’invito di Midori di “rotolarsi assieme nel lettone e avere tre figli…”. La saggia Reiko suggerisce di andare verso la vita,  ed è sempre  lei a dargliene l’opportunità, dopo la morte di Naoko e il  rientro di Toru  dal dolente viaggio di purificazione, con quello strano rito di passaggio che lo renderà  vivo e libero di chiamare  “l’infinitamente”  paziente Midori

 

Autore

Haruki Murakami è nato a Kyoto nel 1949. E’ stato insignito di molti premi  e pubblicato diversi libri , eccone alcuni: Dance Dance Dance, Underground, Kafka sulla spiaggia, Nel segno della pecora, 1Q84 , A Sud del confine, a ovest del sole.


Genere: romanzo