L’ uomo che metteva in ordine il mondo di Fredrik Backman

03 Gennaio 2019

L' uomo che metteva in ordine il mondo - Fredrik Backman - copertina

Fredrik Backman  diventa scrittore estrapolando dal suo blog il personaggio di Ove  con il libro “L’uomo che metteva in ordine il mondo” e lo fa conoscere  bel oltre i confini della sua terra, la Svezia. Libro graditissimo ai lettori del gruppo perché regala  comicità pur criticando la nostra contemporaneità, è sia favola –  la gratuità vince – che riflessione umana. Il tutto  scritto con tocco leggero,  che scorre  fluido e lineare intercalato da ritorni temporali  che puntualizzano  la vita del protagonista, consentendoci gradualmente  di  comprenderlo. Quest’uomo dal carattere scorbutico e litigioso è pignolo e ossessivo così da suscitare subito irritazione e insofferenza, l’autore riuscirà a traghettarlo fino a che noi lettori ci troveremo a piangerlo, mescolati alla folla che al suo funerale gli rende omaggio, veramente commossi.

Avevamo  incontrato il cinquantanovenne Ove un martedì  ben deciso al suicidio, non prima però d’aver assolto il mattutino giro d’ispezione  nel  quartiere di villette dove abitava. Il venerdì precedente gli era stato comunicato il suo prepensionamento ovvero licenziamento. Lui è un  uomo  pragmatico “ogni cosa ha uno scopo, deve essere fatta bene” e  tremendamente solo essendo rimasto sei mesi prima vedovo dell’amata moglie Sonia, morta di cancro; adesso non ha nessun ruolo né funzione, si sente inutile e circondato da un mondo in cui non si riconosce più: nuovo il linguaggio “internet” e “dove  ogni aspetto durevole  diventa superfluo” e . nessuno si assume le proprie responsabilità. La burocrazia  regna sovrana e il “saper fare qualcosa come si deve  non vale più niente”. Ha dunque ha deciso, mette tutto in ordine  e con il vestito buono  oggi s’appresta  a raggiungere Sonia, invece si presenterà il Caso o Destino a scombinare la sua caparbia volontà di morire…e per ben quattro volte. All’inizio sarà la giovane dall’aspetto mediorientale Parvaneh, incinta e con due bimbe – Tre Anni e Sette Anni– , un marito imbranato e una  risata  dirompente. Questa donna possiede un’invadente sfrontatezza naturale e un agile  pensiero laterale che le permetterà, con sottile avvedutezza, di entrare in contatto con l’autentico Ove  (lo indurrà a prendersi cura di quel gatto moribondo e spelacchiato che diventerà non il “suo“ gatto ma  compagno per Ove “dopo di che i due  si siedono a tavolo e pranzano”)..Perentoriamente lo coinvolge  nella sua vita familiare che diviene scambio affettivo dando inizio , a  volte per caso, a contatti – lo strano è che lui lo lascia succedere – con persone che renderanno vani i reiterati progetti di morte.  Ed ecco il ragazzino-postino che lui prima redarguisce per aver appoggiato la bicicletta rotta nel luogo non appropriato, per poi aggiustargliela,  ragazzino omosessuale che ospiterà perché cacciato da casa agevolandone la riconciliazione con il padre  mussulmano e omofobo; ecco concedere  poi l’intervista con la giornalista che lo vuole supereroe in cambio dell’aiuto per una buona azione e il ragazzo obeso – vicino di casa-  che  con  il suo caldo grasso scongelerà il gatto. Tante le persone che si avvicineranno a lui: ilare è la scenetta della sua ricognizione mattutina – prima in solitaria – ora  un quartetto che avanza al buio e freddo: Ove, il “finocchio”,  il “ciccione”   e il gatto con i calzini.  La vita di quest’uomo sì è trasformata. Ove il  prepotente al volante, il cliente rompiscatole, lo spilorcio al parcheggio, un tirchio pignolo e rancoroso (non torna dal panettiere per 7 anni per un resto sbagliato). Il rabbioso nelle  lettere di protesta, il permaloso (si ritira dall’associazione dei proprietari perché non è stato  rieletto presidente), lui che chiude la lunga amicizia con il vicino Rune, colpevole di aver cambiato tipo di macchina (con una BMW!), mentre Ove era rimasto ancorato alla prima macchina posseduta dal padre,  una  Saab; eppure tra loro, nelle ingiustizie restano solidali – bastava tra loro uno sguardo  per intervenire senza parole, perché simili sono . E’ un’amicizia che resta nel cuore e sarà Ove,  aiutato da tutte le sue nuove relazioni, ad impedire il ricovero di Rune malato di Alzheimer in una struttura. Come era stata la vita di quest’uomo dai ritmi regolare e stata scandita dal fare con cui manifestava le emozioni, come suo padre, quell’uomo retto, dignitoso e di pochissime parole, gran lavoratore e bravo con i motori  perché “i motori ti danno sempre quello che meriti” e Ove fa dunque sempre  il suo dovere, ma tiene anche tutto  sotto controllo in maniera un po’ ossessiva perché “mettere in ordine il mondo”  è per lui una necessità. Serve a proteggerlo dalle cose brutte e impreviste: era piccolino quando la mamma morì e aveva sedici anni quando  mori anche il papà, in un incidente. Prende così il posto del padre in ferrovia, sarà poi accusato ingiustamente di aver rubato. Sebbene innocente non dirà il nome del colpevole – non si fa la spia – gli aveva  insegnato suo padre – e solo quando il vero ladro ruberà il vecchio,  ammaccato, ma  a lui  caro, orologio paterno acquisirà l’aggressività necessaria  per riaverlo. Aggressività che userà poi  ogni qual volta le cose non saranno condotte giustamente. Brontolone indefesso, ma sempre leale  e generosamente coraggioso, rinuncia a salvare la sua vecchia casa paterna restaurata con gran sacrificio  per salvare dal fuoco il nipotino del suo  vicino, i vigili del fuoco però non interverranno sulla sua perché situata al limite  tra due comuni. Inoltre la  sua polizza assicurativa si rivelerà inesistente e l’assicuratore .. un truffatore. Ecco aggiungersi  la sfiducia e l’odio per le istituzioni,, ancor più  dopo l’incidente  in cui Sonia perse il bimbo atteso e rimase invalida   su una carrozzella,  contro di questi , infatti, i dovrà lottare  perché non venga ricoverata e  possa  continuare il suo amato lavoro d’ insegnante. Scorre così   la  sua vita:    far bene le cose, piccoli accorgimenti per  controllare, il calore affettivo di  Sonia  e  non far  cose  che a lei e al defunto padre dispiacciano. Questi  sono i  punti di riferimento  bastevoli per la  sua   razionalità semplice   che non si spinge  mai in profondità. Ma vivere sulla difensiva,  ordinando il  mondo,  non basta  come dimostra il cancro che gli ha portato via  Sonia. Sonia,  sempre amata  e dal l momento in cui l’ha vista il suo destino, aperta a  tutto e a tutti   e…   molto bella; la  sente  donna colorata   e è  per lui  tutto il colore del mondo,  sembra tutto quello che lui non è  “gli altri non capivano perché lei lo avesse  accettato” ma in quell’evidente diversità loro si incontrano e si amano. Lei ama parlare e lui solo  “ascolta davvero”, mentre lei è capace di accettarlo, anche se ha mentito per poterla corteggiare, “perché lui avrà avuto i suoi motivi” E’ l’inizio su cui l’amore è cresciuto condividendo valori quali  il rispetto, la sincerità, la tolleranza , la   partecipazione attenta senza mai invadere spazi personali.  Inoltre Lei era abituata a uomini silenziosi e attenti, suo padre viveva isolato nel bosco, ma aveva rispettato le inclinazioni di Sonia..   Le,i  pur dispiaciuta, aveva accettato senza recriminare la rottura dell’amicizia di Ove e Rune, che di conseguenza  allentava la sua con Anita. Ove, uomo puntuale, aspetta paziente i suoi ritardi e conservatore qual è ridipinge ogni sei mesi una stanza di colore diverso come lei desidera.  Lui, parsimonioso, abbassa il riscaldamento che puntualmente di nascosto lei rialzerà; lei  lascia sfogare la rabbia di Ove nella concretezza delle lettere di protesta ai “colletti bianchi“. Lui aspetta  in macchina che lei ritorni dalla visita dal ginecologo silenzioso, senza chiedere nulla e  poi alla notizia di un bimbo in arrivo la sua gioia si manifesta cosi:  dice che  ora compreranno una Station Wagon. Si  sono amati  “nelle imperfezioni”  e intanto il tempo  cementava quel noi di coppia,  caldo e fiducioso. Ecco cosa manca a Ove assieme alle “cose come  sempre”. E  nuovamente il caso  si presenta ma stavolta lui, facendo, ci lavora assieme. Un fare generoso  senza ostentazioni che costruirà relazioni sciogliendone l’isolamento, facendo   dono di un fare concreto  per gli alti  senza ostentazione. Come   quando all’ennesimo tentativo suicida -buttarsi sotto il  treno –  salva invece chi c’è caduto per un malore e poi desiste dal suo gesto nell’incrociare lo sguardo dello stravolto macchinista per non traumatizzarlo. Ove possiede  una bontà interiore,  un’attenzione all’altro  che vince la diffidenza  e travalica  la ripetitività,  questo    gli salva la vita  insieme alla  calda invadenza  di Parvaneh che ha aperto fessure che permettono,  in un  interscambio  largo mai prima sperimentato, l’’affacciarsi di un senso in nuovi ruoli affettivi . Vive sereno e attivo Ove  i suoi ultimi anni  al  centro della sua vita rigenerata. Il  suo essere senza pregiudizi, la  sua ruvida bontà  in  quel   fare laborioso e altruistico- come subito Tre  Anni aveva visto e colorato- , ha reso visibile a tutti il suo colore.

 

AUTORE

Fredrik Backman è giornalista, scrittore e blogger. I suoi libri sono tradotti in molte lingue e sono bestseller in diversi paesi. In Italia ha pubblicato L’uomo che metteva in ordine il mondo (Mondadori 2014). Della stessa trilogia ideale fanno parte i romanzi successivi Mia nonna saluta e chiede scusa (Mondadori 2016) e Britt-Marie è stata qui (Mondadori 2017). Nello stesso anno, sempre per Mondadori, esce anche Cose che mio figlio deve sapere sul mondo, e nel 2018 La città degli orsi e L’affare di una vita (The Deal Of a Lifetime).


Genere: romanzo